Una raccolta fondi consente a Ludovica di curarsi in Germania, mamma Debora: «Grazie per il supporto»

MONTEPRANDONE - La bambina, malata da anni, avrà accesso ad un nuovo ciclo di infusioni nella clinica privata della cittadina tedesca di Berg
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(Foto pagina facebook di Debora Tosi)

di Edoardo Ciriaci

Ludovica è una ragazzina di 12 anni che da quattro anni fa i conti con un ependimoma: un tumore al cervello che nei bambini si può combattere solo in strutture sanitarie in Germania. Sua madre, Debora Tosi, ha da poco appreso gli straordinari risultati della seconda raccolta fondi organizzata su “GoFundMe” per pagare la speranzosa spedizione nella clinica tedesca di Berg.

 

Signora Debora, si aspettava una risposta così grande dalla comunità?
«Assolutamente no. Anche la prima, fatta qualche anno fa, era andata molto bene e l’idea di riprovarci un po’ mi imbarazzava. Spinta anche dai miei familiari abbiamo deciso di riprovarci e voglio ringraziare i circa 370 donatori che hanno reso tutto questo possibile».

 

Come avete scoperto la malattia di sua figlia?
«Dopo una crisi epilettica, quando aveva 8 anni. Era cosciente, ma con la pancia che tremava e senza la forza di controllare il corpo. Siamo andati in ospedale e dalla TAC hanno visto la presenza di una macchia all’encefalo».

 

Un problema che inevitabilmente ha avuto ripercussioni sulla sua vita quotidiana.
«Purtroppo sì. Nei primi anni Ludovica riusciva comunque ad andare a scuola, nonostante qualche deficit a livello cognitivo. Ora frequenta meno. Dopo un anno e mezzo di chemioterapia è spesso dovuta restare a casa per fare digiuno e sottoporsi ad altre terapie necessarie; quando segui un percorso di questo tipo, infatti, tendi ad ammalarti più facilmente e anche un banale raffreddore diventa pericoloso. Da due anni cerco di purificarle il corpo tramite ozonoterapia, CBD e bosvelia».

 

Ora Ludovica è attesa da un nuovo viaggio di speranza…
«Lo affrontiamo con la consapevolezza che la malattia sarà sempre recidiva. Ludovica ha già fatto cinque interventi e ha avuto una recidiva ogni dieci mesi. Questa infusione può aiutare ad allungare i tempi tra una ricaduta e l’altra. L’ultima volta siamo rimasti in Germania 18 mesi, durante i quali però è stata più vivace e senza altre crisi. Ci eravamo persino illusi che fosse guarita».

 

Signora Debora, perché proprio a Berg e non in un strurra sanitaria in Italia?
«In alcuni ospedali italiani questa sorta di vaccino contro le cellule tumorali è già disponibile per gli adulti, ma per i bambini c’è ancora da aspettare. Al “Bambino Gesù” di Roma, dove ci troviamo, da 2/3 mesi stanno sperimentando terapie simili a quelle a cui lei si sottoporrà. In Germania  questo tipo di tumore non ostacola il lavoro della terapia».

 

Lei e Ludovica partite per la Germania oggi, mercoledì 5 marzo.

«Si, siamo in partenza. Torneremo questo venerdì dopo il prelievo di sangue. Poi saremo di nuovo in clinica il 13 marzo per l’infusione dei Linfociti T addestrati. Ringrazio di nuovo tutti per il supporto. Porteremo per sempre nel nostro cuore e nei nostri pensieri tutti coloro che ci stanno dando una mano, perché queste cose non si dimenticano mai».

 

Per la cura della malattia oncologica di cui è affetta, Ludovica ha già subito cinque interventi. In attesa di possibili terapie sperimentali in Italia, dopo una prima infusione effettuata in Germania adesso ne serve un’altra, al costo di 15mila euro. Poi ci vorranno mesi per attendere i risultati.

La comunità si è subito mobilitata per supportare la famiglia.


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