di Walter Luzi
Il rullo dei tamburi e lo squillo delle chiarine del locale sestiere di Porta Romana hanno inaugurato la nuova, riqualificata, Piazza San Tommaso. A vent’anni di distanza dall’ultimo, anch’esso molto discusso, restyling, si ripropongono le polemiche, anticipate stavolta anche da qualche recente mascherata carnevalesca. Ai toni entusiastici dell’Amministrazione comunale sulla bontà dell’opera, infatti, fanno eco critiche.
Il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti non ha dubbi. «Il progetto ha avuto il suo tempo per vedere conciliate tutte le esigenze – afferma – vivendo momenti di partecipazione in fase di progettazione e condivisione delle scelte con i bambini, le loro famiglie, gli anziani e le varie associazioni.
Questo restyling ha creato un luogo inclusivo, senza barriere architettoniche, di valorizzazione del luogo, della sua storia, e di miglioramento della vita di tutti quelli che lo frequenteranno.
Lavoriamo alla trasformazione verso la città del futuro.
In silenzio seminiamo il bene per continuare a migliorare la nostra città con interventi come questo».
Le marziali e patriottiche marcette della fanfara dei bersaglieri sottolineano la solennità del momento, ma insieme alle loro note si leva anche lo striscione che contrasta col trionfalismo dell’Amministrazione comunale.
«Riqualificare male=trasformare il bello in banale». Consiglieri comunali di minoranza e alcuni cittadini espongono cartelli di critiche, per altro da mesi anticipate sui social, che evidenziano ancora quelle che sono ritenute inestetismi e criticità. Come la mini pensilina metallica che richiama una fermata del tram, posta sul lato sud che appare fuori contesto, giustificata solo per sostenere i pochissimi pannelli fotovoltaici, per altro banditi in tutto il centro storico, tranne che nella restaurata piazza San Tommaso. Non convince granché il perimetro disseminato di cubi di acciaio dalla funzione ai più ignota.
C’è chi storce il naso per i moderni attrezzi per il calisthenics che, come il nuovo pavimento in travertino, non valorizzano affatto la superba facciata della chiesa di San Tommaso Apostolo. Destano quantomeno preoccupazione anche i pericolosi spigoli vivi, i salti di quota realizzati per le aiuole e la piantumazione dei pochi ulivi, con la creazione di dislivelli, al momento non protetti.
Dopo sessant’anni dunque, da quando don Peppe Sergiacomi si adoperò per far abbattere i due edifici fatiscenti che occultavano la vista della facciata di quella chiesa fra le più antiche di Ascoli, Piazza San Tommaso non trova ancora una pace vera.
Gli interventi del 2005 crearono il sagrato eliminando la carreggiata che passava proprio davanti agli ingressi; ma suscitarono proteste per le rastrelliere per le bici dai bordi incredibilmente taglienti e per le panche di pietra, che somigliavano più a sarcofaghi che a comodi sedili: finirono persino alla ribalta televisiva.
Anche i lavori di oggi dividono. Sotto la torre campanaria più vecchia della città, anno domini 1283, e sopra i resti del primo anfiteatro romano che restano interrati qualche metro sotto i nostri piedi, le polemiche restano le stesse.
Per un giudizio definitivo bisogna però attendere la reazione quotidiana dei cittadini, capire cioè se apprezzeranno lo spazio così come è stato concepito e se torneranno a fruirne.
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