di Filippo Ferretti
A favore della salute pubblica dei cittadini. E’ questo l’obiettivo per cui, in rappresentanza dei gruppi consiliari di opposizione del consiglio comunale di Ascoli, Francesco Ameli, Manuela Marcozzi e Gregorio Cappelli hanno incontrato la stampa presso la sala conferenze della libreria “Rinascita”, per sottolineare le perplessità nei confronti dell’atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Territoriale.
L’incontro ha messo in rilievo le mancanze e le contraddizioni del documento programmatico, alla luce dell’attuale e difficile momento in cui verte l’Ast. I tre consiglieri hanno elencato tutte le contraddittorietà emerse tra le linee guida regionali e la versione finale trasmessa alla Regione, rispetto a quella approvata dal collegio di direzione. Inoltre l’appuntamento è servito per sollevare la mancanza di chiarezza circa la distribuzione dei reparti, la necessità numerica del personale e la disponibilità di posti letto.
I consiglieri hanno ribadito l’urgenza della convocazione della Consulta della Salute, allo scopo di discutere e apportare modifiche all’atto aziendale. Un confronto che coinvolga la discussione di punti determinati, al fine di ristabilire un miglioramento del servizio sanitario pubblico locale, come la perdita dei primari di Anestesia e Rianimazione e ei professionisti di Ostetricia e Ginecologia, del punto prelievi di Campo Parignano, oltre alla mancata nascita del centro dedicato all’Autismo, alla perdita di posti letto in Chirurgia e alla mancata riapertura del reparto di malattie Infettive.
I tre consiglieri hanno evidenziato come le problematiche che stanno caratterizzando la sanità del Piceno stanno portando il settore verso una “pericolosa” privatizzazione; come quella che sta interessando le residenze protette. «Davanti all’aumento dei costi per quanto riguarda le rette, le Marche non hanno provveduto a fare quanto stabilito per legge, cioè l’adeguamento della copertura della quota parte del servizio pubblico» ha detto Ameli esortando il sindaco Marco Fioravanti a battersi per evitare che l’aumento si riverberi nelle famiglie, vale a dire l’anello più debole.
«Si tratta di scelte politiche e tecniche che non garantiscono una sanità pubblica efficiente» hanno detto durante l’incontro i tre rappresentanti del gruppo dell’opposizione, certi anche di essere davanti ad una grande agitazione sindacale. «Se non possiamo contare su personale e macchinari di qualità la sanità pubblica muore» hanno aggiunto, ricordando anche l’esigenza di un aumento di personale e di ostetriche nei consultori, strutture ritenute insostituibili per la prevenzione oncologica, la divulgazione dei metodi contraccettivi e per le visite domiciliari alle donne che hanno appena partorito, servizio sospeso proprio per mancanza di addetti. Infine, sempre riportando le perplessità circa l’Atto aziendale, documento non solo burocratico ma in grado anche di incidere direttamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria per i cittadini del Piceno, è stata evidenziatal’auspicata installazione del robot chirurgico ad Ascoli, capace di migliorare il risultato degli interventi grazie anche ad un superiore livello operativo dei professionisti coinvolti.
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