Ad intervenire sono i sindacati di polizia. Da una parte il Siulp, che parla di «moniti rimasti inascoltati», dall’altra il Sap che, tra le altre cose, chiede una stretta sul consumo di bevande alcoliche tra i giovani.
«Il dispositivo di sicurezza in Riviera è inadeguato, l’omicidio ne è l’ennesima dimostrazione – attacca il segretario del Siulp Ascoli, Benedetto Fanesi -. Si rende necessario un cambio della politica su ordine e sicurezza pubblica, partendo da chi ne ha la responsabilità.
Anche le determinazioni dell’ultimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza convocato a metà febbraio, purtroppo, non hanno fornito quell’intervento strutturale richiesto e suggerito dal Siulp. Le rassicurazioni del Questore non ci avevano convinto a gennaio quando formalmente ci rispose che non definiva emergenza la situazione della Riviera e non ci rassicurano oggi, quando
dichiara che il territorio è oggetto di attenzione continua».
«Quanto accaduto certifica chiaramente che le azioni intraprese sono fallimentari o quantomeno vi è stata una sottovalutazione rispetto al reale fenomeno», continua Fanesi, che poi snocciola i recenti fatti di cronaca nera che hanno interessato San Benedetto.
«Nel solo mese di febbraio contiamo l’aggressione a tre poliziotti con una collega che ha subito danni permanenti ad un dito della mano (procurando lesioni anche al personale sanitario), un cittadino extracomunitario accoltellato in pieno centro, due episodi di aggressione, un’aggressione violenta da parte di un extracomunitario ad alcuni senzatetto all’interno della Caritas».
«Abbiamo denunciato più volte risorse numericamente non adeguate alla pianificazione dei servizi di controllo del territorio rivierasco che espongono a seri e concreti rischi l’incolumità dei cittadini ma anche degli stessi operatori – conclude- . Abbiamo chiesto più volte al Questore aggregazioni di personale oppure la valutazione di convogliare una seconda volante in Riviera. Nulla di ciò suggerito è stato attuato. Oggi, chi ha la responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica in provincia dovrebbe essere consapevole che tale gestione è fallimentare»
A parlare per il Sap è invece il segretario provinciale Massimiliano d’Eramo.
«Non accettiamo che quanto accaduto questa notte venga strumentalizzato, tuttavia, non possiamo più nascondere la nostra indignazione per l’ennesima tragedia che ha scosso la nostra comunità – dice -. È giunto il momento di agire con fermezza e senza compromessi. Non possiamo più tollerare che episodi simili si ripetano in una provincia che nello scorso anno ha visto Ascoli risultare prima in Italia per giustizia e sicurezza».
«La nostra comunità sta vivendo una grave crisi di sicurezza, alimentata da una cultura che giustifica comportamenti irresponsabili e pericolosi – prosegue d’Eramo -. Non sappiamo cosa abbia scatenato il conflitto tra i giovani coinvolti nella rissa che ha portato alla morte del ragazzo. Tuttavia, questo solo conferma una realtà inaccettabile: l’abuso di alcol e droghe, soprattutto tra i giovani, è una piaga che deve essere fermata immediatamente. Il controllo sulla vendita e somministrazione di queste sostanze è insufficiente, e non possiamo permettere che continui ad esserci tolleranza verso queste pratiche devastanti. La nostra posizione è chiara e non negoziabile: i locali devono rispettare regole severe».
«È inaccettabile che esercizi commerciali rimangano aperti fino alle 5 o 6 del mattino, alimentando caos e illegalità – va avanti -. Le ore notturne sono quelle in cui si verificano i peggiori episodi di violenza. È assolutamente indispensabile che la chiusura dei locali sia rigorosa e senza eccezioni. Ogni struttura deve rispettare gli orari stabiliti senza deroga, garantendo il rispetto delle normative e il buon ordine. Inoltre, chiediamo con forza che la vendita di bevande alcoliche sia vietata dopo le 2 del mattino. Ci dispiace per chi vede nella vendita di alcol una grossa fonte di guadagno, ma non è più tollerabile che i gestori, spinti dal profitto, continuino a servire alcol a persone in evidente stato di alterazione psicofisica. La responsabilità dei gestori è troppo spesso ignorata, e questo deve finire».
«La prevenzione, la responsabilizzazione dei gestori e una cultura della sicurezza devono essere alla base della nostra azione, e con la stagione estiva alle porte non c’è più tempo da perdere – conclude il Sap -. La nostra comunità ha diritto a vivere in sicurezza, e non ci fermeremo finché non saranno adottate misure concrete e tangibili per garantirlo».
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