di Marco Braccetti
«E’ brutto dirlo, ma per chi vive la città di notte quello che è successo non è un fulmine a ciel sereno». È molto preoccupato l’edicolante di piazza Montebello Roberto Pompili, a poche ore dall’omicidio consumatosi sul lungomare, dove un ragazzo di 24 anni è morto dopo un accoltellamento nella notte tra sabato e domenica (leggi qui). «Mi alzo prestissimo – dice l’esercente – e alle 5 di mattina sono già qui al lavoro, in giro noto sempre più spesso delle brutte situazioni che contribuiscono a generare un senso di insicurezza generale, sia in me che in altre persone».
«Non nascondo che, per non avere problemi, mi chiudo dentro l’edicola nelle prime ore della giornata – prosegue Pompili -. Quello che è successo è gravissimo e credo sia figlio di un certo permissivismo. Non so quali azioni possano mettere ora in campo le forze dell’ordine, ma serve un intervento concreto. Abbiamo bisogno di più sicurezza e le telecamere non sono un deterrente contro certe azioni criminali».
Letteralmente sgomento il presidente del Comitato di quartiere Elio Core: «La nostra meravigliosa città rifiuta questi episodi offensivi della dignità umana».
Con questa premessa, Core chiede all’amministrazione comunale che venga convocato un incontro urgente tra le istituzioni locali ed Comitati di quartiere: «Il Comitato di quartiere Porto d’Ascoli Centro, chiede che vengano coinvolti tutti i quartieri della città, per fronteggiare questa emergenza. Vogliamo sicurezza e tranquillità».
Tra i cittadini qualcuno che preferisce anche non vedere il proprio nome sul giornale. «Fino a 10 anni fa consideravo San Benedetto come una città sicura, ora non più – ci dice una residente del quartiere Ponterotto, 40enne, mamma di due bambine -. Negli ultimi tempi c’è stato un progressivo peggioramento ed ora la situazione è piuttosto preoccupante. Se, in passato, il problema principale della movida era il fracasso, ora si è passato alla violenza ed alle coltellate. Una deriva molto grave, alla quale va posto rimedio».
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