Il 20enne e il 23enne di Giulianova hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida dell’arresto, svoltasi in videoconferenza dal carcere di Ascoli dove sono detenuti. I due sono coinvolti nella violenta rissa avvenuta domenica scorsa a San Benedetto, che ha portato alla morte del 24enne Amir Benkharbouch, accoltellato mortalmente, e al ferimento di altri soggetti.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli, Angela Miccoli, ha convalidato gli arresti effettuati in flagranza di reato dai carabinieri, riservandosi la decisione sulla custodia cautelare in carcere richiesta dalla Procura per entrambi gli indagati.
Il 20enne è accusato di omicidio volontario nei confronti di Benkharbouch e di tentato omicidio del 27enne di Grottammare, attualmente ricoverato dopo un intervento chirurgico all’ospedale Torrette di Ancona: quest’ultimo è a sua volta indagato per rissa aggravata.
L’avvocato Luigi Gialluca spiega la scelta del silenzio: «Non siamo certi che la prima ricostruzione fatta in ospedale dal mio assistito corrisponda alla realtà dei fatti. Lui si è assunto la responsabilità del colpo inferto a Benkharbouch, affermando che si è trattato di un errore nella concitazione. Tuttavia – sottolinea il legale – ci sono incongruenze nel suo racconto e sull’arma utilizzata. Inoltre, quando è stato ascoltato, era sotto terapia farmacologica. Per questo riteniamo essenziale visionare prima i filmati delle telecamere di sicurezza». Il 20enne di Giulianova è indagato anche per rissa aggravata e porto abusivo di arma da taglio in luogo pubblico.
Reati contestati anche al 23enne di origini romene residente a Giulianova che deve rispondere di tentato omicidio e di lesioni gravi ai danni del 27enne di Grottammare e di un 29enne anche lui indagato per rissa aggravata e aver utilizzato un machete. Anche lui ha scelto di non rispondere alle domande del giudice Miccoli.
Il suo avvocato, Francesco Gozzi, ha commentato: «Il mio assistito è ancora molto scosso per la morte di Benkharbouch, al quale era profondamente legato, e non è in grado di riferire con lucidità quanto accaduto. Va anche considerato che l’area in cui si è verificata la rissa è coperta da numerose telecamere di sicurezza. Le immagini registrate potranno quindi aiutare a chiarire ruoli e responsabilità in una vicenda ancora avvolta da molti interrogativi».
Per il terzo arrestato, il 29enne di Grottammare indagato solo per rissa aggravata, la magistratura ha chiesto l’obbligo di dimora con prescrizioni di restare a casa la notte.
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