Rissa mortale a San Benedetto: disposto il carcere per altri due indagati

INDAGINI - Il provvedimento del giudice Miccoli riguarda il 30enne ferito gravemente e operato ad Ancona e un sambenedettese residente a Monteprandone. Disposta l'autopsia sul cadavere della vittima
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Proseguono le indagini sulla violenta rissa avvenuta domenica scorsa a San Benedetto che ha portato alla tragica morte di Amir Benkharbouch 24 anni, di origine tunisina e residente a Giulianova, colpito da un’arma da taglio.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli Angela Miccoli, accogliendo le richieste della Procura, ha emesso nuove misure cautelari. La prima riguarda il 30enne di Grottammare, attualmente ricoverato all’ospedale Torrette di Ancona. Inizialmente era indagato a piede libero per rissa aggravata; ora è stato disposto il carcere anche a causa dei suoi precedenti e della sua attuale condizione di affidamento in prova ai servizi sociali. L’altra misura in carcere riguarda un sambenedettese, accusato di rissa aggravata e lesioni aggravate dall’uso di una catena. Entrambi sono difesi dall’avvocato Maurizio Cacaci che non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

 

Confermata la detenzione in carcere per altri due giovani di Giulianova. Una riguarda il 20enne accusato di omicidio, tentato omicidio e porto d’arma in luogo pubblico; l’altra il 23enne accusato di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e porto d’arma in luogo pubblico.

 

Disposto l’obbligo di dimora con il vincolo di restare in casa nelle ore notturne per il 30enne di origini tunisine residente a Grottammare. La sua posizione è considerata marginale rispetto agli altri indagati.

La Procura ha intanto disposto l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà eseguita questo venerdì dalla dottoressa Rosanna Zamparese della Medicina Legale dell’Ast di Ascoli e dal professor Francesco Paolo Busardò, docente presso la Politecnica delle Marche esperti di medicina legale.

Gli accertamenti mirano a determinare la causa esatta del decesso, identificare l’arma utilizzata, verificare eventuali collegamenti tra l’arma e le lesioni riportate dagli altri coinvolti, chiarire se le lesioni riportate da una delle persone coinvolte siano state provocate da un machete.



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