Benkharbouch è morto per shock emorragico provocato dalla coltellata

SAN BENEDETTO - Trapelano i primi risultati dell'autopsia sul corpo del giovane assassinato. La salma restituita alla famiglia per i funerali
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L’ospedale di San Benedetto

 

L’autopsia sul corpo di Amir Benkharbouch, 24enne di origini tunisine residente a Giulianova, ha stabilito che la causa del decesso è stato uno shock emorragico provocato da una coltellata che ha lesionato l’aorta ascendente. L’esame, eseguito presso l’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, è stato affidato dalla Procura di Ascoli ai medici legali Rosanna Zamparese e Francesco Paolo Busardò.

Accoltellamento a San Benedetto, omicidio Amir

 

I medici legali stanno ancora lavorando per stabilire se lo stesso coltello che ha ucciso Benkharbouch sia stato utilizzato anche per ferire gravemente un altro giovane. Inoltre, si cerca di chiarire se le ferite riportate da un 30enne siano state causate da una mannaia.

 

Il procuratore di Ascoli, Umberto Monti, ha intato disposto la restituzione della salma alla famiglia Benkharbouch, consentendo il seppellimento del giovane.

 

Attualmente, tre persone sono detenute nel carcere di Ascoli per il violento scontro avvenuto il 16 marzo scorso. Un 20enne di Giulianova è accusato di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma. Un suo amico 23enne deve rispondere di due tentativi di omicidio, lesioni aggravate, rissa aggravata e porto d’arma in luogo pubblico. Un sambenedettese di 30 anni è accusato di rissa aggravata e lesioni aggravate dall’uso di una catena.

 

Per il 31enne di Grottammare, ricoverato all’ospedale Torrette dopo l’asportazione della milza, pende un ordine di custodia cautelare in carcere per rissa aggravata. Andrà in carcere solo quando le condizioni di salute lo consentiranno.

 

 

Un 29enne, anch’egli di Grottammare, è indagato per rissa aggravata ed è sottoposto all’obbligo di dimora con restrizioni negli orari notturni.



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