A San Benedetto si volta pagina, ma aumentano i controlli tra i locali del centro

MOVIDA - Nelle vie della città la vita va avanti e si cerca di superare il ricordo dei tragici eventi che hanno portato alla morte del 24enne
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movida a San Benedetto

 

di Edoardo Ciriaci

Non c’è nessuno di fronte alla discoteca Kontiki. In città sembra che nulla sia mai successo ma le porte del locale restano chiuse e la musica non suonerà per un po’. Una settimana fa proprio su quella strada Amir Benkharbouch ha perso la vita, il giovane di 24 anni è stato accoltellato durante una rissa tra coetanei. Di lui rimane solo una foto e qualche fiore appoggiato a un palo nel segno di un’umanità che prova a superare le barriere del pregiudizio.

 

Ma il caso di cronaca nera con rilevanza nazionale non ha ostacolato la movida, che è continuata tra le vie del centro città. Forse anche per il necessario bisogno di voltare una pagina macchiata di sangue e dimostrare che un solo evento non ha abbastanza forza per restituire un’immagine distorta. Questa volta, sotto un occhio sicuramente più attento delle forze dell’ordine impiegate dal Commissariato di Polizia di San Benedetto del Tronto, diventato di primo livello dopo la tragedia, la febbre del sabato sera travolge comunque tantissime persone di ogni età.

Locali pieni a San Benedetto

 

Tra le zone più frequentate dai giovani: via Montebello, viale Secondo Moretti e via Paolini. Qui infatti si trovano i locali più visitati e che sono tornati a respirare la sana e spensierata aria di divertimento senza tragiche conseguenze. Maggiori controlli davanti a Rat Pack, Boka e Room 76: bar controllati sia dal servizio di Sicurezza che dalle volanti di passaggio nella strada adiacente.

 

Non è questo il momento di pensare ma di agire. Rimuginare sugli eventuali errori non cambierà le cose, la città risponde e con lei tutti gli addetti. Non c’è paura di uscire a divertirsi, purché sia fatto sempre responsabilmente.


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