di Luca Capponi
La scena è stata più o meno questa, davanti alla Unipol Arena di Bologna gremita di 15.000 spettatori, venerdì sera 28 marzo. Brunori Sas, dal palco, dopo averlo individuato tra il pubblico su segnalazione, tra un brano e l’altro, non esita un secondo: «Grande Fraska! Un saluto a Fraska! Quest’uomo è un pagante dal 2009…cioè vi rendete conto che si sta vedendo i miei concerti da 15/16 anni? Un vero masochista, praticamente».
I tempi citati dal buon Dario Brunori sono quelli, soprattutto, del mitico Brevevita di Centobuchi, quando l’artista calabrese suonava davanti a poche persone, prima con la sua band, poi in solitaria a cavallo dell’uscita di “Vol. 1”, il disco d’esordio uscito proprio nel 2009.
Francesco Ameli, per tutti Fraska, era già tra il pubblico, insieme agli amici storici Luca Gabrielli, Gabriele Citeroni, Niccolò Norcini Pala e Luca Fazzini, tra gli altri.
«Le prime occasioni furono quelle del Breve, locale mitico della vallata, poi purtroppo chiuso – ricorda Ameli-. Poi ricordo i live alla Mazzumaja di Comunanza ed al Jonathan di San Benedetto, negli anni immediatamente successivi. Brunori ad inizio carriera ha suonato molto nelle nostre zone, ed ogni volta noi c’eravamo».
«Fu proprio dopo il concerto di Comunanza che lo invitai ad Ascoli, lui aveva il giorno libero ed accettò volentieri – continua -. L’indomani mi chiamò e venne col pulmino insieme alla sua band. Facemmo un giretto in centro e mangiamo un po’ di sane olive ascolane con pecorino e passerina. Una decina di anni, nel 2022, dopo ci trovammo nello stesso proscenio, quello di piazza del Popolo, per il suo primo concerto ad Ascoli, che fu un trionfo»
Ma la passione per Brunori e per le sue perle uniche , da “Guardia 82” a “La verità”, passando per “Canzone contro la paura” e per l’ultima sanremese “L’albero delle noci” (terzo posto in classifica), non è mai scemata. Nel corso del tempo, Ameli e soci lo hanno sempre seguito dal vivo, vicino o lontano che sia, creando un rapporto speciale che è sfociato nel saluto…estemporaneo della Unipol Arena.
«Dario è una persona disponibile, sempre positiva e soprattutto umile – spiega Ameli -. Vederlo a Sanremo è stata una soddisfazione, sia per lui che per la band ed il gruppo che lo seguono, perché la sua non è una storia singola ma collettiva. La sua musica è diversa, non è un prodotto frutto di una strategia commerciale o delle major discografiche ma qualcosa destinato a rimanere negli anni. Adesso finalmente si è preso il palco che merita senza autotune o robe del genere, ma grazie a testi profondi e mai banali ed a sonorità poliedriche. Penso che per la nostra generazione, quella dei trentenni e dei quarantenni, sia un punto di riferimento e che ognuno di noi possa associare un pezzo della propria vita ad una sua canzone, che sia di gioia o di tristezza»
A conferma delle buone parole spese da Ameli, si può menzionare la sorpresa che Brunori ha fatto nel luglio del 2024 a Ripatransone, per il “17 Festival”, iniziativa benefica organizzata dall’amico Massimo Croci in memoria della moglie Marzia, a cui non è voluto mancare nonostante gli impegni. In quell’occasione, suonò alcuni brani in tandem con l’ospite principale Appino.
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