Dopo quanto avvenuto nella casa circondariale di Ascoli Piceno, per l’aggressione di un detenuto psichiatrico a due agenti (leggi qui), interviene anche il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria tramite il coordinatore interregionale Francesco Campobasso ed il dirigente Donatello Di Marzio.
«L’aggressore si era già reso protagonista di eventi gravissimi durante la detenzione, compreso l’omicidio di un altro detenuto – spiegano dal Sappe -. Da poco meno di una settimana ristretto nel carcere di Ascoli e proveniente da Parma, nel mentre veniva accompagnato presso i locali passeggi aveva chiesto medicine urgenti, fermandosi lungo il tragitto».
«Invitato a raggiungere prima i passeggi, assicurandolo che successivamente si sarebbe risolto il tutto, l’uomo (di particolare prestanza fisica e pugile) non ha inteso sentire ragioni ed ha colpito con un pugno al volto un collega per poi farlo anche al cospetto dell’altro poliziotto. Entrambi refertati hanno riportato il setto nasale rotto e un altro tre denti persi», continuano.
I sindacalisti denunciano come «Ascoli sta vivendo un momento di alta tensione per la presenza di soggetti psichiatrici e che mettono a repentaglio la sicurezza della struttura. L’aggressore ha ancora dieci anni di Rems».
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria torna a puntare il dito su chi, fino ad oggi, non ha fatto nulla per trovare «una soluzione alle scelta folle e sconsiderata di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari», sollecitata anni anche alla luce delle numerose aggressioni.
«Denunciamo da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto, nel passato, che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria – aggiunge Donato Capece, segretario generale del sindacato -. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari»
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