di Luca Capponi
Che non sarebbe stato facile, lo si era intuito fin dal principio. Che ci voleva pazienza, pure. Ma il lunedì mattina, complice anche la pioggia, è stato più traumatico del previsto. Già dalla prime ore, proprio in coincidenza dell’ingresso al lavoro o a scuola (non si poteva aspettare un’ora in più per cominciare l’intervento?), è partita la chiusura annunciata del tratto di superstrada tra Rosara e Ascoli est/Folignano e dello svincolo di Porta Cartara.
Con tutti i prevedibili disagi alla circolazione, che hanno letteralmente mandato in tilt la città ribadendo quanto sia vitale per il traffico la funzione del raccordo autostradale.
Code atomiche, tempi di percorrenza triplicati, semafori lampeggianti che spesso coincidono con anarchia, clacson, nervosismo e spazio neanche per uno spillo (figurarsi per i mezzi di emergenza, ad esempio) praticamente ovunque, da via Napoli alla Circonvallazione passando per via delle Zeppelle, Ponte di San Filippo, Monticelli e la Piceno Aprutina. Peccato che siamo ad Ascoli, piccola città di 45.000 abitanti, e non a Roma o Milano.
Tutto ciò, soprattutto nelle ore di punta (stesso ritornello si è avuto all’ora di pranzo e nel tardo pomeriggio), dovrebbe andare avanti fino a giovedì 3 aprile, quando termineranno i lavori sull’asfalto, secondo quanto comunicato dall’Anas nei giorni scorsi.
C’è da aggiungere che nelle fasce orarie “intermedie” la situazione è rimasta comunque abbastanza tranquilla. Unico suggerimento per chi esce la mattina per andare al lavoro è di farlo con maggiore anticipo, sperando serva a qualcosa. Per il resto, a costo di essere ripetitivi, pazienza fino a giovedì, anche se giustamente molti fanno notare come, negli ultimi anni, in questo tratto di raccordo autostradale ci siano state più chiusure e lavori che in tutto il resto del globo terracqueo.
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