Italia Nostra, sezione di Ascoli, ha lanciato un accorato appello alle autorità locali e regionali per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale della città e del territorio. In una lettera aperta, Gaetano Rinaldi, presidente della sezione William Scalabroni, ha elencato una serie di “doléances“, ovvero di richieste e proposte rimaste inascoltate, relative a interventi urgenti per la salvaguardia di beni di inestimabile valore.
Tra le principali preoccupazioni espresse, spicca il deterioramento degli affreschi di Francesco De Legnis nella Chiesa del Carmine e nel chiostro della Caserma Vecchi, a causa di infiltrazioni d’acqua e mancanza di interventi di restauro. La sezione ha inoltre sollecitato il recupero degli affreschi di Sebastiano Ghezzi nel Convento di San Domenico e la valorizzazione dell’antica chiesa del convento come sede del “Centro di Documentazione e Studio della pittura di Carlo Crivelli e dei Crivelleschi”.
Un’altra “doléance” riguarda la Chiesa di Santa Maria del Ponte, dove gli affreschi di Biagio Miniera, coperti da intonaco, potrebbero essere riportati alla luce durante i lavori di messa in sicurezza post-sisma. Italia Nostra ha poi denunciato lo stato di abbandono di Villa Sgariglia a Campolungo e l’obbrobrio architettonico del gazebo metallico che ne deturpa la facciata, chiedendo un intervento per ripristinare l’aspetto originario della villa e coinvolgere la comunità nella sua valorizzazione.
La sezione ha inoltre segnalato il degrado della Porta Sigismundus e l’invisibilità del ponte romano di San Giuseppe a Mozzano, coperto dalla vegetazione, chiedendo interventi di restauro e la creazione di un percorso turistico che colleghi i ponti romani della zona. Infine, è stato lanciato un appello alla Soprintendenza per il Convento di San Giorgio di Rosara, ormai ridotto a un ammasso di ruderi, affinché venga dichiarato di interesse culturale e vengano effettuate indagini sui reperti archeologici presenti nel sito.
Italia Nostra ha concluso la lettera esprimendo la speranza che le autorità competenti ascoltino le loro “doléances” e agiscano concretamente per salvaguardare il patrimonio culturale di Ascoli, un patrimonio che appartiene a tutta la comunità e che merita di essere preservato per le generazioni future.
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