Giorgio Giantomassi in commissione urbanistica
di Giuseppe Di Marco
Un volume di 192.000 metri cubi, 33 milioni di euro per la realizzazione: semplici numeri che aiutano a comprendere l’impatto che una nuova vasca di colmata al largo di San Benedetto avrebbe sulla Riviera.
Numeri che sono stati snocciolati nella commissione urbanistica andata in scena il 1° aprile, durante la quale il dirigente Giorgio Giantomassi ha illustrato i passi fatti dall’Amministrazione per opporsi alla realizzazione della cassa di colmata o, perlomeno, per ottenere la sua mitigazione. L’iniziativa della vasca, va ricordato, sta andando avanti presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici.
«In audizione presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici abbiamo esposto le nostre osservazioni – ha affermato l’architetto – Il presidente di commissione quindi ha chiesto che le nostre riflessioni venissero trattate. Il progetto non è in linea con il piano regolatore del porto in linea dimensionale e come tipo di destinazione d’uso. Semplicemente, il piano prevede un ampliamento del porto, un terzo braccio, non una vasca di colmata. Il presidente quindi ha fatto intervenire il giurista della commissione e il parere finale è stato modificato, concludendo che si tratta di un adeguamento tecnico-funzionale, e che però vanno raccolte tutte le osservazioni del Comune di San Benedetto, con cui l’Autorità si deve confrontare. I confronti sono iniziati e in essi abbiamo cercato di assumere una posizione che tenga conto di fatti oggettivi. La trattazione del tema ora deve portare alla definizione di una posizione unitaria con il fine di un’opposizione o di una mitigazione dell’opera».
Comune e Autorità di sistema portuale torneranno a incontrarsi il 3 aprile. La posizione del Comune, a questo punto, appare ben poco equivocabile: «Se la vasca di colmata venisse realizzata – ha aggiunto Giantomassi – ci vorrebbero altri 20 anni prima che si possa parlare di terzo braccio. Quest’opera non potrebbe mai diventare banchina. Quindi si richiede di realizzare quanto previsto dal piano regolatore del porto, qualsiasi altra previsione richiederebbe una variante. Questa è una variante e noi chiediamo che venga rivisto il progetto. Bisogna considerare quest’opera come finalizzata solo a sé stessa, cioè allo stoccaggio di sabbie».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati