Vandalizzato e illeggibile il pannello storico sulla “Trappoletta”: sfregio alla memoria della Samb

SAN BENEDETTO - Presa di mira dai teppisti l’iscrizione che ricorda il primo impianto sportivo rossoblù, che era collocato nell’attuale piazza San Giovanni Battista. Un attacco ai ricordi collettivi che, purtroppo, non è un caso isolato lungo la Riviera delle Palme.
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di Marco Braccetti

 

Uno sfregio alla memoria della Samb e dell’intera città. Pesantemente vandalizzato il pannello (inaugurato nel 2019) che ricorda la storia della “Trappoletta”: mitico primo impianto della Sambenedettese Calcio. Un campo sportivo (collocato nell’attuale piazza San Giovanni Battista) aperto nel lontano 1926 e operativo fino all’arrivo del “Ballarin”. Le fasi salienti di questa storia tinta di rossoblù erano leggibili nella targa promossa dal “Rotary Club San Benedetto del Tronto” su un’idea di Stefano Novelli, Nicola Genziani e Giuseppe Merlini. Peccato, però, che qualche incivile abbia deciso di ridurre quell’interessante pannello così come mostra la nostra foto.

 

Il pannello imbrattato in piazza San Giovanni Battista

 

Una situazione indecorosa che, si spera, possa essere sistemata in breve tempo. La piaga dei vandali armati di pennarelli o vernici spray dilaga, da anni, lungo tutta la città, non risparmiando alcun elemento esposto al pubblico passaggio. Purtroppo, c’è stato anche qualche precedente di attacco al patrimonio storico-culturale sambenedettese.

Le foto storiche vandalizzate nel 2019

 

Un esempio lampante è quanto avvenne nel 2019 quando vennero vandalizzate alcune delle storiche fotografie presenti della mostra permanente intitolata “Mare Bunazze”, collocata tra le bancarelle del mercatino estivo di viale Marinai d’Italia. «Uno schiaffo alla storia. E’ stato fatto un danno enorme alla memoria di un’intera comunità» commentò l’allora consigliere comunale di maggioranza Carmine Chiodi, tra i fautori di questa questa particolare installazione inaugurata nel 2017, che ripercorre per immagini la vita sambenedettese durante gli anni d’oro della pesca. Il danno venne riparato nel giro di poco tempo, ma si attivò un ragionamento su come contenere certi teppisti.

 

«Credo che l’amministrazione comunale si stia muovendo bene – disse Chiodi, sempre oltre un lustro fa – il nuovo sistema pubblico di telecamere servirà sicuramente come deterrente nei confronti di certi teppisti. Ma, certo, non è sufficiente. Per questo è indispensabile la collaborazione di tutti i cittadini. A mio modo di vedere, andrebbe creata una vera e propria rete di videosorveglianza tra impianti pubblici e privati, in modo tale da coprire quanto più territorio possibile». Ragionamenti e parole che, purtroppo, non hanno portato a miglioramenti effettivi. Gli imbrattatori, infatti, continuano a spadroneggiare in lungo ed in largo.


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