Preoccupante inversione di tendenza sul fronte della sicurezza sul lavoro nella provincia di Ascoli Piceno. I dati provvisori dell’Inail, rielaborati da Guido Bianchini – past president del Co.Co.Pro Inail Ascoli – segnalano un peggioramento nel primo bimestre del 2025, dopo i segnali positivi registrati nel corso del 2024.
In particolare, le denunce di infortunio sul lavoro nel Piceno sono passate da 315 a 321, con un incremento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che supera anche la media regionale, ferma a +1,1%, con un totale di 2.514 casi nelle Marche, contro i 2.487 del 2024.
Ma è il dato sugli infortuni mortali a lanciare il segnale più allarmante: l’unico decesso registrato in ambito lavorativo nelle Marche è avvenuto proprio in provincia di Ascoli. La vittima è un uomo italiano tra i 50 e i 54 anni, occupato nel comparto trasporti e magazzinaggio.
Ancora più marcato l’aumento delle malattie professionali: nella provincia ascolana le denunce sono salite del 36,6%, da 123 a 168 casi. Una crescita che stride con il calo regionale del -5,7%, evidenziando una fragilità particolare del territorio piceno.
«Si tratta di numeri ancora provvisori – sottolinea Bianchini – ma che già delineano un quadro critico per il nostro territorio. Il 2025 è iniziato con un peggioramento dei principali indicatori, e Ascoli si distingue purtroppo per l’unico caso mortale registrato nella regione».
Nel dettaglio regionale, aumentano gli infortuni “in itinere” (+10,2%) e quelli “in occasione di lavoro” senza uso di mezzi (+1,9%), mentre calano quelli legati all’impiego di mezzi di trasporto (-17,1%). Il comparto “Industria e Servizi” registra un incremento del 3,1%, mentre il settore agricolo segna un confortante -28,9%. Anche le denunce per i lavoratori pubblici (conto Stato) fanno segnare un +2,6%.
Intanto, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro conferma l’attenzione alta sul fronte sicurezza: nel 2024, nelle Marche sono state effettuate 4.526 ispezioni, di cui il 36,2% (1.639) incentrate proprio sulla prevenzione degli infortuni. Di queste, 895 nel settore edile, 263 nell’industria, 102 in agricoltura e 380 nel terziario.
«È il momento di un cambio di passo – conclude Bianchini – servono più investimenti da parte della Regione per la prevenzione, iniziative mirate nei settori a maggiore rischio, e soprattutto più formazione per i lavoratori e i loro rappresentanti. Solo un’azione sinergica potrà garantire maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro».
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