L’ecodoppler e l’importanza di prevenire:
focus con Quagliarini e Asteggiano,
professionisti del Centro Medica

MACERATA - Con questo tipo di esame si ottengono informazioni molto importanti sull’ostruzione di queste arterie, sulla capacità del sangue di scorrere sino al cervello. Nella struttura di Piediripa un lavoro di equipe
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Il dottor Andrea Quagliarini

Il dottor Andrea Quagliarini si laurea in Medicina e Chirurgia nel 2004 all’Università Politecnica delle Marche, nel medesimo ateneo si specializza in Radiodiagnostica nel 2008, in particolare sia nelle patologie vascolari dovute a traumi del bacino che nelle patologie vascolari degli arti inferiori. La sua attività è iniziata nell’Unità Operativa di Radiologia dell’Ospedale ‘Sacra Famiglia’ di Novafeltria, poi nell’istituto INRCA di Ancona e Fermo. Ha ricoperto il ruolo di dirigente medico a tempo indeterminato nell’Area Vasta 2 all’ospedale Principe di Piemonte di Senigallia e dal 2021 esercita l’attività libero-professionale, ora anche nel Centro Medica.

 

Dottor Quagliarini cos’è l’esame Doppler vascolare che pratica in Medica?

«Riguarda sia lo studio della vascolarizzazione dei vasi del collo sia degli arti superiori ed inferiori che delle arterie renali. Quello che oggi conosciamo come “Effetto Doppler”, fu scoperto dal matematico e fisico austriaco Christian Andreas Doppler a metà dell’800 il quale effettuò un curioso esperimento: riunì alcune persone su di una pedana posta lungo un binario facendovi passare velocemente accanto una locomotiva con un vagone sul quale alcuni musicisti suonavano una serie ininterrotta con una stessa nota. Il gruppetto a terra doveva tendere bene l’orecchio e percepire eventuali variazioni di quel suono quando il treno si trovava lontano, quando era dinanzi a loro e quando si allontanava. Il risultato fu che gli osservatori a terra percepirono il suono mezzo tono più alto quando il vagone era lontano e più basso quando si allontanava. Un po’ come quel suono che udiamo anche quando passa l’ambulanza a tutta sirena. Trascorse un secolo e mezzo prima che venisse messo a punto un dispositivo acustico che, a contatto con il corpo, registrasse eventuali differenze sonore del flusso sanguigno rilevando una patologia».

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Qual è la modalità di esecuzione di questo esame?

 

«È un esame molto semplice da effettuare per il paziente che arriva da noi: a seconda del distretto corporeo che deve essere esaminato il paziente viene disposto sul lettino: per i vasi del collo il paziente si sdraia in posizione supina con il collo ben scoperto e l’operatore vi appoggia la sonda esaminando questi vasi con l’effetto Doppler. Con questa metodica si ottengono informazioni molto importanti su eventuali ostruzione delle arterie e sulla capacità del sangue di scorrere sino al cervello. Negli arti inferiori si studiano anche le ostruzioni venose, quindi flebiti e trombosi dei vasi stessi. I pazienti ricorrono a questo esame per lo studio del sistema venoso per vedere se è dilatato, cioè se ci sono le varici, sia per questioni estetiche. Lo studio degli arti superiori è meno frequente e viene effettuato sempre per rilevare stenosi arteriose o processi flebitici, dalla ascella fino al polso».

 

Quali sono i vantaggi di un ecocolordoppler?

 

«Si tratta di un esame non invasivo, non richiede infatti l’inserimento di aghi o cateteri. È indolore e risulta ben tollerato dai pazienti; sicuro perché non utilizza radiazioni ionizzanti; rapido perché dura in genere tra i 15 ed i 20 minuti; ripetibile perché può essere eseguito più volte per monitorare l’evoluzione di una patologia. È chiaro come sia fondamentale la formazione dell’operatore: più è esperto e più l’esame risulterà affidabile».

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Dottor Quagliarini su che strumentazione può contare qui al Centro Medica?

 

«Qui abbiamo quattro ecografi dedicati per ogni genere di disciplina, tutti strumenti tecnicamente di alta fascia in particolare per la metodica Doppler e questa è una garanzia assoluta che possiamo offrire ai nostri pazienti sia in termini di prestazione che di velocità».

 

Quali tipi di persone maggiormente si sottopongono a questo tipo di esami?

 

«I pazienti che si sottopongono al Doppler sono in prevalenza coloro che hanno la pressione o il colesterolo alto, o sono fumatori da lungo tempo, o sono diabetici o hanno familiarità per questo genere di patologie. Si approcciano all’esame per verificare lo stato di ostruzione di queste arterie. Dunque sottoporsi a questa metodica è importante soprattutto dal punto di vista preventivo: per chi è, o è stato, fumatore, per chi ha il colesterolo o la pressione alta, per chi è diabetico, questi sono infatti tutti fattori di rischio per i quali è importante fare una fotografia della situazione arteriosa in modo tale da poterla confrontare nel tempo ed osservarne l’evoluzione. Perciò, è possibile effettuare controlli ripetuti nel tempo a 6, 12 o 18 mesi per verificare una eventuale progressione patologica – che si spera sempre non ci sia!»

 

A Medica c’è un lavoro di equipe che la coinvolge, dottor Quagliarini.

 

«Sì, c’è una costante consultazione tra noi medici, la metodica Doppler è di primo livello come diagnostica. Quando ci si imbatte in una problematica difficile da caratterizzare si passa al secondo livello con metodiche come l’angioTC che ci permette di ottenere una valutazione al punto percentuale della riduzione dei vasi».

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Francesco Asteggiano

 

Francesco Asteggiano, neuroradiologo specialista in diagnostica per immagini, è il medico punto di riferimento in questo ambito del polo radiologico di Medica.

 

Dottor Asteggiano, quando il doppler incontra delle difficoltà, dunque, è bene approfondire con un esame di secondo livello?

«Le indicazioni ad approfondimento, per la diagnostica vascolare, possono provenire fondamentalmente da due problematiche differenti: la necessità di completare un esame doppler che per qualche motivo non ha dato un esito completamente affidabile, oppure la necessità di caratterizzare con maggior precisione un reperto visto al doppler per decidere se e quale trattamento attuare».

 

Cosa è l’angioTC e come si fa?

 

«L’angioTC è un esame tecnicamente molto semplice: è una TC in cui si inietta il contrasto endovena e si sfrutta la sua presenza all’interno dei vasi sanguigni per ottenere una mappa completa. Sarà possibile individuare con estrema precisione l’anatomia, le stenosi (cioè le “strettoie”) e le altre alterazioni che saranno poi da valutare secondo le varie indicazioni».

 

In quali distretti si può utilizzare?

 

«Lo studio angioTC è ampiamente diffuso, e la strumentazione in uso in Medica consente, con la massima facilità, lo studio del circolo cerebrale e del collo, dei vasi polmonari, del cuore e delle coronarie, dell’addome e degli arti».

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Cosa deve aspettarsi un paziente che viene indirizzato a fare una angioTC?

 

«Innanzitutto è necessario prendere visione delle indagini precedenti, delle visite specialistiche e controllare la creatininemia. Come tutti gli esami contrastografici è necessario avere una buona funzione renale e non presentare diatesi allergiche. Dopodichè l’esame, in sé, è estremamente rapido e generalmente ben tollerato dai pazienti».

 

Ci sono alternative all’angioTC?

 

«In Medica, con la Risonanza Magnetica a 3T, possiamo acquisire alcuni studi vascolari anche senza uso di mezzo di contrasto; sicuramente una ottima soluzione per pazienti allergici o con problematiche renali. Tuttavia questi esami sono limitati solo allo studio di alcuni distretti corporei, sarà necessario confrontarsi con gli specialisti, volta per volta, per decidere l’esame migliore».

 

(Medica in collaborazione con Michele Tenenti, consulente finanziario di Fideuram Intesa SanpaoloPrivate Banking (mtenenti@fideuram.it). Per informazioni consultare il sito www.medicamarche.it e i canali Facebook, Instagram e YouTube)

 

(servizio promoredazionale)

 

 


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