di Gabriele Vecchioni
Oggi, sabato 12 aprile, allo Spazio Eventi della Bottega del Terzo Settore in Via Trento e Trieste, si è tenuto un interessante incontro organizzato dall’Università Popolare Uplea e dedicato ai “Rifugi Sentinella del clima e dell’ambiente”.
L’iniziativa fa parte del corso itinerante “Gioca per il clima” promosso da Uplea e da Auser Marche, partner del progetto regionale “Radici”, e ha avuto come relatore dell’incontro Giovanni Margheritini, componente del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano; ha partecipato, con un collegamento on line, Tony Christian Landi, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima.
In rappresentanza dell’Amministrazione comunale ha partecipato l’Assessore all’Ambiente, Attilio Lattanzi. L’evento, che è arrivato ad Ascoli dopo alcuni appuntamenti tenutisi nel Fermano, faceva parte di un mini corso sui cambiamenti climatici e sui rifugi sentinella realizzati dal Cai e Cnr.
Vediamo di cosa si tratta. Ci aiuta uno degli organizzatori dell’evento, l’ingegner Franco Laganà, attivo presidente dell’Auser provinciale:
«L’argomento dei cambiamenti climatici viene affrontato da esperti del settore per coinvolgere le persone in laboratori di dialogo intergenerazionale, così da lavorare sulla percezione dei cambiamenti climatici e sperimentare una nuova alfabetizzazione che ci consenta di prepararci al futuro con azioni concrete di adattamento».
«Da alcuni anni – continua Laganà – è nata una rete, grazie ai Rifugi del Club Alpino Italiano e agli Osservatori climatici di una prestigiosa istituzione come il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che copre tutta la penisola, dalle Alpi al Mediterraneo, al fine di ottenere un quadro aggiornato sullo stato del clima e dell’ambiente delle nostre montagne (per saperne di più: https://rifugisentinella.cai.cnr.it».
Il progetto, nato nel 2019, è stato rinnovato nel 2023 e ha lo scopo di ottenere un quadro aggiornato dello stato del clima e dell’ambiente delle nostre montagne. Il cambiamento climatico è una delle più urgenti (e gravi) questioni del nostro tempo a livello planetario; gli eventi meteorologici estremi ai quali stiamo assistendo (anche nel nostro Paese) ne sono una chiara prova. Le ricadute pratiche ed economiche sull’ambiente e sulla società civile sono evidenti e ormai si parla di emergenza climatica.
Il problema è globale ma in alcune zone è più sentito e il cambiamento è più rapido che altrove. Alcuni di questi punti sensibili (hot spot) sono il “nostro” Mediterraneo e le zone di alta quota (le montagne). «Le montagne possono essere considerate come vere e proprie Sentinelle del cambiamento climatico – ha chiarito Margheritini – poiché offrono una vasta rappresentatività spaziale e risultano particolarmente sensibili al riscaldamento globale».
Sfruttando i dati raccolti da questa rete di osservatori e grazie all’utilizzo di modelli climatici, è possibile monitorare la situazione e produrre scenari evolutivi attendibili sullo stato delle nostre montagne.
È importante conoscere la situazione climatica in alta quota (e la sua evoluzione) perché essa influenza direttamente la situazione alle quote più basse. Il previsto aumento delle temperature, se non si adotteranno apposite politiche di contenimento delle emissioni climalteranti (nonostante l’attuale situazione sociale e politica globale non avverta la reale portata del problema), farà aumentare la magnitudo dei processi di instabilità naturale, a causa dello scioglimento dei ghiacci e della degradazione del permafrost. Aumenteranno i problemi di approvvigionamento idrico e le acque meteoriche (piogge e acqua di fusione della neve) potrebbero non essere sufficienti a ricaricare le falde acquifere e permettere il deflusso minimo vitale dei fiumi, con problemi anche gravi di aridità.
La rete dei Rifugi Sentinella del clima e dell’ambiente, la costituzione della quale è iniziata nel 2019 con l’istituzione della prima stazione in Emilia-Romagna sul Monte Cimone, la cima più elevata dell’Appennino settentrionale (l’antica Alpe de Nona, 2165 m). Dal 2022 è nata una rete costituita dai rifugi Cai e dagli osservatori Cnr, con lo scopo di monitorare la situazione meteorologica sul campo e permettere l’elaborazione di modelli climatici attendibili. Questa rete (composta da 17 rifugi Cai e 4 osservatòri Cnr ma è previsto un auspicabile aumento dei punti di rilevamento) è presente anche nella nostra zona (Appennino centrale) sul Gran Sasso (Stazione meteorologica automatica o Aws –Automatic Weather Station presso il Rifugio Duca degli Abruzzi, 2388 m). Le stazioni della Rete sentinella sono dotate anche di una webcam per poter osservare da remoto l’ambiente in studio e monitorare eventi naturali e meteorologici.
I dati meteorologici delle stazioni Aws, i video delle webcam e il materiale informativo sono caricati nel portale rifugisentinella.cai.cnr.it che vuole essere lo strumento di divulgazione del progetto. La rete di Rifugi Cai e di Osservatori climatici Cnr tende a coprire tutto il territorio della penisola, dalle Alpi al Mediterraneo e mira a ottenere un quadro aggiornato del clima e dell’ambiente delle nostre montagne per poter costruire modelli previsionali attendibili. Come riporta il manifesto costitutivo, i Rifugi sentinella vogliono essere «Luoghi di diffusione della cultura scientifica per sviluppare la consapevolezza di come l’uomo e i cambiamenti climatici in atto influenzino le montagne».
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