“Polizze catastrofali”, l’analisi di Celi (Ance): «Bene la proroga ma serve un piano strutturale di interventi su prevenzione e sicurezza»

EDILIZIA - Massimiliano Celi, presidente dell’Ance Fermo: «Tra i dubbi interpretativi e le criticità c’è la situazione delle imprese situate in aree ad alto rischio sismico o idrogeologico, che potrebbero dover sostenere costi assicurativi più elevati. Inoltre l'offerta delle polizze non è ancora organizzata. Manca il portale Ivass per confrontare le offerte. E' necessario più tempo per valutare le offerte sul mercato. Serve, altresì, fissare criteri e requisiti standard dei contratti. La nostra associazione, l'Ance, proseguirà ad essere soggetto attivo nell’evoluzione di queste novità introdotte con la Legge 213/2023»
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Massimiliano Celi

Nei giorni scorsi i media hanno posto l’accento sulla cosiddetta polizza “catastrofali “. A trattare l’argomento, con un approfondimento per capire meglio il provvedimento, è Massimiliano Celi, presidente dell’Ance Fermo (Associazione Nazionale Costruttori Edili).

Massimiliano Celi è un imprenditore edile, di 56 anni, di seconda generazione, socio della Celi Costruzioni srl di Falerone, attiva dal 1958, ed è specializzata in lavori di opere pubbliche.

Presidente, ci vuole spiegare, brevemente, che cosa sono le polizze catastrofali?

«È un tipo di assicurazione obbligatoria introdotta in Italia dalla Legge n. 213/2023, che impone a determinate imprese di stipulare una copertura contro i danni derivanti da calamità naturali come sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. La copertura assicurativa deve proteggere beni aziendali specifici, tra cui terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali. Le imprese agricole sono esonerate da questa normativa. Quindi un nuovo onere economico e burocratico per le aziende interessate».

Quante sono le imprese edili interessate al provvedimento obbligatorio?

«Il numero esatto di imprese edili interessate non è facilmente reperibile; la normativa riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia e quelle con una stabile organizzazione nel territorio nazionale. Ricordo solo che in Italia le imprese edili attive, nell’anno 2021, secondo l’Istat, erano 520.212, di queste il 95% con una classe dimensionale tra 0/9 dipendenti. Secondo i dati della Camera di Commercio delle Marche, al 30 novembre 2024, le Imprese attive del settore delle costruzioni erano 17.692. Questa in sostanza è la platea delle imprese interessate del nostro settore. L’obbligo riguarda principalmente le imprese che possiedono beni immobili, impianti e attrezzature utilizzati nell’esercizio della propria attività». 

Ci risulta che recentemente le scadenze dell’obbligo siano state prorogate.

«Si, grazie alle pressioni delle associazioni datoriali e dell’Ance in particolare. Il Decreto Legge n. 39, del 31 marzo, ha modificato il termine d’adozione delle polizze catastrofali previsto precedentemente. Sono state introdotte scadenze differenziate in relazione alle soglie dimensionali dell’impresa».

  • Grandi imprese: dal 1° aprile 2025, con 90 giorni di tolleranza;
  • Medie imprese: dal 1° ottobre 2025;
  • Piccole e micro imprese: dal 1° gennaio 2026.

Presidente, sono noti i costi per una impresa per questa tipologia la polizza?

«Il costo delle polizze in argomento varia in base a diversi fattori, tra cui la dimensione dell’impresa, la localizzazione geografica e il tipo di beni assicurati. Secondo le informazioni disponibili, il premio assicurativo viene calcolato con il principio di mutualità, ciò significa che le imprese contribuiscono collettivamente alla copertura dei rischi. Inoltre, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiarito che le imprese possono aderire a polizze collettive, che potrebbero offrire condizioni più vantaggiose».

Che cosa pensa della proroga?

«La proroga è positiva, così la scadenza differenziata in base alla dimensione dell’impresa. Il tempo concesso deve servire per affrontare e risolvere i problemi aperti e irrisolti, eliminare dubbi ed interpretazioni errate. L’assicurazione può essere uno strumento importante, ma non è sostituivo ad un urgente piano strutturale di interventi per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio. Tra i dubbi interpretativi e le criticità c’è la situazione delle imprese situate in aree ad alto rischio sismico o idrogeologico, che potrebbero dover sostenere costi assicurativi più elevati. Inoltre l’offerta delle polizze non è ancora organizzata. Manca il portale Ivass per confrontare le offerte. E’ necessario più tempo per valutare le offerte sul mercato. Serve, altresì, fissare criteri e requisiti standard dei contratti. La nostra associazione, l’Ance, proseguirà ad essere soggetto attivo nell’evoluzione di queste novità introdotte con la Legge 213/2023».

 


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