Massi e Palladini nella grafica della Sambenedettese Calcio
di Pier Paolo Flammini
Lasciamoci alle spalle la festa improvvisata per le strade di San Benedetto, l’arrivo della squadra in Piazza Giorgini – la casualità ha voluto che un palchetto fosse già disponibile, come se li attendesse: in mattinata si era svolta la Maratonina dei Fiori – la promozione strameritata (miglior punteggio, miglior attacco, miglior difesa) e pure il ricorso del Teramo per la doppia ammonizione non rilevata (vera o presunta: sul referto compare il nome di D’Eramo) di Moretti. Già domani si saprà l’opinione del Giudice Sportivo sul ricorso, ad ogni modo. Tra l’altro quasi tutte le squadre del girone si sono complimentate con la Samb per la vittoria del campionato, davvero inequivocabile e non suggestionabile per pochi secondi giocati in superiorità numerica.
Sogna Venge, quasi implorava il presidente Vittorio Massi dallo stesso palco, bene allestito, per la presentazione della squadra lo scorso mese di agosto; “San Benedetto vuole vincere“, cantano incessantemente i tifosi. E la Samb ha vinto. Le lacrime di Guadalupi, quelle dei tifosi che erano al Bonolis e dei tanti che hanno invaso le strade del centro di San Benedetto sono state liberatorie: c’era dentro la vendita di Fedeli-vi-lascio-in-buone-mani a Serafino, il fallimento del cantante calabro-argentino, l’acquisto all’asta “rilancio fino a un mijone” di Renzi, poi incapace di iscrivere la squadra, i nuovi problemi societari. Fino al taglio del malato cordone ombelicale che ha visto per un decennio la Samb in balia di trame di origine romana, e la volontà della piazza di ripartire da casa propria, dalla famiglia Massi che aveva costruito il miracolo del Porto d’Ascoli, trasformato in Samb.
Da lì sono arrivati, inaspettatamente va detto per tutto ciò che era accaduto, attestati di affetto clamorosi: record storici di abbonati, presenze da primato italiano per la categoria. Il primo fallimento sportivo, la mancata promozione del campionato scorso, è comunque servita ad una dirigenza nuova: ecco la conferma del direttore sportivo De Angelis, il quale aveva avuto modo di conoscere i dettagli (nato a San Benedetto, residente a Martinsicuro, giuliese di adozione) e l’arrivo di Ottavio Palladini in panchina.
Un nome che inizialmente non aveva trovato tutti d’accordo: nonostante fosse una bandiera per la Samb, sambenedettese purosangue, avesse vinto un campionato da calciatore con Rumignani in panchina, uno di Eccellenza da allenatore e due nei Dilettanti con la Samb, negli ultimi due campionati, anche per motivi di salute, aveva allenato il Porto Sant’Elpidio, in Promozione.
Invece, va detto, la vittoria del campionato ha il timbro di Ottavio: perché conosce la piazza, i suoi sbalzi d’umore e oltretutto, con l’età, sembra soffrirne meno di prima, almeno a livello esteriore. Allenatori di Serie D, dopo il pareggio di Notaresco o quello di Ancona, quando la piazza e anche il presidente mostrarono insofferenza nonostante i 9 punti di vantaggio, potrebbero perdere l’equilibrio.
Palladini ha risposto come al solito: gruppo, coesione, così che anche i giocatori meno impiegati si sono sentiti fondamentali (pensiamo a D’Eramo, Lulli, i vari under) e ciascuno ha fornito un apporto risultato alla fine fondamentale. Ma anche, va detto, una variazione di moduli che non gli era riconosciuta nelle precedenti avventure rossoblù. Se tanto si è parlato del “vestito adatto”, il 4-2-3-1 scelto dopo il 4-3-3 iniziale con il lancio di Lonardo, a Teramo si è visto un altro colpo magistrale che ha deciso la gara dopo la rumba del diavolo ballata per buona parte del primo tempo: dal 4-2-3-1 a una sorta di 3-4-2-1, con Zini terzo centrale e Chiatante esterno di difesa. Da quel momento i vari Tourè, Pietrantonio e Angiulli hanno cessato di imperversare.
Ripartire da Palladini sarebbe scontato: nel 2016 le turbolenze di patron Fedeli lo condussero alle dimissioni, la voglia di guidare il gruppo in Serie C sicuramente c’è. Ma per ora Palladini non scioglie le riserve sul suo futuro, come detto a Teramo: «Allenare la Samb dà quasi più responsabilità che essere sindaco – ha scherzato – Io mi sono già operato al cuore e non vorrei farlo un’altra volta».
Per il momento altro non si sa: probabilmente bisognerà capire – se tra loro Palladini, Massi e De Angelis non ne hanno parlato, e conoscendo il livello di scaramanzia di alcuni di loro è probabile sia così – come sarà affrontato il prossimo campionato, e poi saranno valutati tutti i passi da compiere. A meno che Palladini non abbia scelto un altro percorso di vita.
SAMB-TERMOLI Giovedì si torna in campo per il turno pre-pasquale: alle 15 al “Riviera delle Palme” c’è il Termoli. La prevendita, nonostante l’orario di lavoro, sta procedendo bene: già venduti 1.250 biglietti, che aggiunti agli abbonati segnalano già il superamento di quota 5 mila spettatori. Si prevede bel tempo e temperatura attorno ai 20 gradi, ideale per una partita.
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