Uncem Marche esulta per il salvataggio dello stabilimento Beko di Comunanza

LAVORO - Giuseppe Amici, presidente regionale dell'Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani: «Positivo aver scongiurato la chiusura del sito Piceno e il ricorso a licenziamenti immediati, segnali incoraggianti gli investimenti previsti dal Piano per Fabriano»
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Lo stabilimento Beko di Comunanza

 

Uncem Marche accoglie con attenzione l’esito dell’accordo siglato per la vertenza Beko, una questione che ha coinvolto da vicino il territorio regionale. Dopo mesi di incertezza e tensioni sociali, si chiude finalmente una fase complessa e delicata. La missione di Uncem Marche è chiara: «Tutelare e promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree interne e montane della regione, che rappresentano non solo un presidio territoriale fondamentale, ma anche un patrimonio di competenze, cultura e identità. La crisi della Beko ha colpito duramente queste comunità, mettendo a rischio la tenuta sociale ed economica di intere famiglie e distretti produttivi», si legge nella nota.

 

Giuseppe Amici

«L’aver scongiurato la chiusura dello stabilimento di Comunanza e il ricorso a licenziamenti immediati rappresenta un risultato significativo – continua l’Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani – Nonostante permanga una certa amarezza per l’incertezza che ancora grava sulla situazione dei lavoratori del sito di Fabriano, gli investimenti previsti dall’accordo (che delineano un piano triennale per rilanciare l’attività produttiva e ridurre l’impatto occupazionale rispetto alle previsioni iniziali ndr) costituiscono segnali indubbiamente incoraggianti. Tutto ciò dimostra chiaramente la volontà di tutelare l’identità manifatturiera, autentico patrimonio delle Marche. Sono stati necessari cinque mesi di trattative per risolvere criticità che affondano le radici nel tempo, frutto anche di gravi negligenze da parte di chi, a livello locale e regionale, avrebbe dovuto vigilare con maggiore responsabilità. Va guardata con fiducia, inoltre, la trasformazione del sito di Melano in un hub europeo per la produzione di piani cottura, radianti e a induzione, così come l’investimento di 62 milioni di euro destinato a sviluppo di prodotto, processo, ricerca e innovazione».

 

«Riconosciamo l’importanza dell’accordo raggiunto, che ha garantito la continuità produttiva in alcuni siti e ha evitato licenziamenti immediati – dichiara Giuseppe Amici, presidente di Uncem Marche – ma dobbiamo al contempo essere lucidi nell’analizzare ciò che resta da fare. La vertenza Beko ha riportato al centro del dibattito nazionale il tema del futuro industriale dei territori interni. La vera sfida ora è trasformare questa crisi in un’opportunità di rilancio, investendo con decisione su innovazione, attrattività e infrastrutture, per non dover più rincorrere emergenze».

 

Giancarlo Sagramola

«Fabriano è stata lasciata sola – commenta con amarezza Giancarlo Sagramola, vicepresidente di Uncem Marche ed ex sindaco della città – Il nostro territorio è stato duramente colpito, e non vedo, nel quadro attuale, un vero piano industriale. Si è evitata la catastrofe, ma non si è costruito un futuro. Oggi parliamo di “accordo”, ma per centinaia di lavoratori si traduce in una perdita netta, non solo economica ma anche esistenziale. Serve molto di più: serve una reazione forte da parte della Regione e dello Stato, con misure strutturali, incentivi e politiche capaci di restituire a Fabriano la centralità che merita nel sistema produttivo marchigiano».

 

«Uncem Marche – concludono Amici e Sagramola – continuerà a adoperarsi per garantire pianificazioni perequative che permettano al sistema produttivo di questi territori di competere con pari dignità rispetto ad altre aree del Paese. In questa sfida, si confida nell’impegno delle istituzioni regionali e nazionali affinché venga confermato un percorso virtuoso, capace di sostenere lo sviluppo dei territori attraverso investimenti mirati, in grado di renderli davvero attrattivi. Non è sfuggito all’associazione il rammarico espresso pubblicamente dal presidente della Regione Marche per quanto accaduto a Fabriano e, confidiamo, nella particolare attenzione che ha manifestato non solo verso il sito produttivo, ma verso l’intero territorio coinvolto».

 


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