di Lino Manni
Salvi, grazie soprattutto alle disgrazie altrui. Stendiamo un velo pietoso su questo campionato che senza dubbio è stato il più brutto, per non dire straziante, della storia bianconera. Mai visto un Ascoli così in “basso” negli ultimi cinquant’anni.
Con il Sestri Levante l’ennesima partita inguardabile, l’ennesima prestazione a dir poco vergognosa. Uno scialbo 0-0 in un mercoledì non certo da…leoni. Si comincia con il minuto di silenzio per ricordare Papa Francesco. C’è poi un coro contro la Lega Italiana del calcio dei circa 700 spettatori, per lo più pensionati. Inizia la partita e in tre minuti occasioni di qua e di là. La vedo bene ma… è solo un fuoco di paglia.
I limiti dei 22 in campo pian piano vengono ad evidenziarsi. Fino alla fine non ci sarà un tiro in porta in una partita a dir poco sgradevole. Le belle notizie tuttavia ci sono ma arrivano dagli altri campi dove tutte le altre fanno risultati… a favore dell’Ascoli. Nei singoli l’Ascoli è superiore ma in campo non lo dimostra. La paura di perdere? Non è la finale di Champions League.
E’ un campionato che si scende in campo come l’armata Brancaleone, senza idee, obiettivi e con la paura di perdere. “Volevo essere un duro, però non sono nessuno, non sono nato con la faccia da duro” i versi della canzone di Lucio Corsi che calzano a pennello su questa squadra.
Il fischio finale è stato liberatorio non tanto per il risultato ma lo strazio a cui si è dovuto assistere. Inutile a questo punto prendersela con questo o con quello: sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Mettiamoci una pietra sopra e guardiamo avanti.
Sarà una estate ricca di spunti, calda, con tanti argomenti di cui trattare e fantasticare e probabilmente la fantasia supererà la realtà. Ma prima di lasciare spazio alla fantasia, domenica titoli di coda con l’ultimo atto al Del Duca prima di scrivere la parola fine.
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