Dopo qualche giorno sono arrivate la parole del sindaco Marco Fioravanti sui fatti che hanno portato Ascoli alla ribalta nazionale, prima per i controlli delle forze dell’ordine sullo striscione affisso da Lorenza Roiati davanti alla sua attività di Piazza Arringo, poi per gli striscioni minatori comparsi nella notte tra sabato e domenica in due zone della città (leggi qui).
«L’Amministrazione comunale prende le distanze e condanna fermamente i vergognosi striscioni apparsi questa notte in città. Ringraziamo le forze dell’ordine perché ancora una volta sono intervenute in modo celere rimuovendo immediatamente i cartelloni e mettendosi al lavoro per individuare i responsabili degli striscioni», spiega Fioravanti.
«Gli eventi che in questi giorni hanno avuto una ribalta social hanno delle vittime e chi, invece, ha fatto sciacallaggio politico – continua -. Le vittime sono gli agenti di polizia, che hanno subìto una violenta aggressione social solo per aver fatto il proprio lavoro: dopo una segnalazione, come accade ogni giorno e accaduto anche lo scorso anno il 25 aprile, hanno semplicemente verificato il contenuto di uno striscione. Registrato come il contenuto fosse legittimo e non offensivo, non ne hanno ordinato la rimozione e hanno continuato a svolgere il loro lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini».
«Chi ha fatto sciacallaggio politico è, invece, Matteo Ricci – prosegue il sindaco -. Mai stato in questa città, ha dovuto mettere Ascoli Piceno su Google Maps visto che nemmeno dopo il sisma è venuto a portare la solidarietà ai terremotati, ha strumentalizzato ragazze e ragazzi liberi, che difendevano i propri ideali e i propri valori, interrompendo anche il lutto nazionale nella giornata del funerale di Papa Francesco».
«Ascoli è una città che sta crescendo, sempre piena di turisti – conclude -. Una città inclusiva, aperta al confronto, che fa del rispetto dell’altro un valore per la crescita costante della propria comunità. Ascoli Piceno è città medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana. Facciamo che il 25 aprile diventi sempre più momento di concordia nazionale nel nome della libertà e della democrazia».
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