Bullismo, il racconto di una mamma: «Pezzi di pizza addosso a mia figlia, abbandonata dalle amiche per via del suo fisico»

CASTEL DI LAMA - La denuncia anonima di una signora dopo l'ultimo episodio di violenza subito dalla ragazzina: «Dopo l'accaduto l'hanno lasciata sola a piangere su una panchina. Non è la prima volta che subisce frasi offensive, spinte e pizzicotti. dove abbiamo sbagliato noi genitori?»
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di Maria Grazia Lappa

 

«Non possiamo permettere che vincano loro, mia figlia è una ragazza dolce ed educata, quello che le è successo è inaccettabile».

 

È lo sfogo di una mamma, che ci tiene a rimanere anonima, la cui figlia è vittima dei bulli. È un fiume in piena e non fa sconti a nessuno.

 

«È  venerdì sera, una serata come tante altre, mia figlia decide di uscire con le amiche – racconta -. Mentre è in pizzeria a Castel di Lama viene bullizzata da un gruppetto di ragazzi del luogo. Viene presa in giro, le tirano pezzi di pizza addosso con cattiveria. Da tempo subisce questi atteggiamenti, oltre a frasi offensive, spinte, pizzicotti, per il fatto che è un po’ robusta, ma soprattutto perché è una ragazza che non risponde alle provocazioni».

 

Come giudica quanto accaduto?

 

«Si tratta di comportamenti inaccettabili, che feriscono profondamente nell’animo. In questo momento mi sento profondamente indignata, sono arrabbiata, perché nel 2025, quando i ragazzi hanno a disposizione tanti strumenti, i social, dove vengono bombardati anche da messaggi positivi, di creatività, spunti di riflessioni, questi non si evolvono. Come si può essere così aridi?».

 

Cosa la ferisce di più?

 

«Il bullismo ha tante sfaccettature, la cosa che mi ha lasciata più turbata non è il gruppo dei bulli, ma il fatto che mentre mia figlia piangeva non ha avuto la solidarietà neanche delle presunte amiche, che sono andate via con questi soggetti lasciando mia figlia in lacrime su una panchina. Viene da chiedersi dove abbiamo sbagliato. Si può essere così?».

 

Lei ha scritto un post su Facebook definendo questi ragazzi “carnefici”…

 

«Il bullismo non è stressante solo per chi lo subisce, soffrono anche le persone vicine alle vittime. Una famiglia che subisce attacchi di bullismo su un figlio è dilaniata, è disorientata, quel dolore è costante, infinito. Avverto il malessere che si prova, l’impotenza davanti a fatti che non possono essere controllati. Quello che mi ha dato più fastidio è che mia figlia è stata lasciata sola, e che quando mi sono sfogata con un genitore per questi comportamenti inaccettabili mi è stato risposto che ci volevano le prove. È questa la solidarietà?»

 

Cosa ha intenzione di fare adesso?

 

«Stavolta la situazione non finisce qui, mi rivolgerò anche alla scuola. Tutto questo mi ha fatto capire che la vittima non è quella che si ribella, ma anche chi tace e segue il branco. Chiedo che non si minimizzi su questi odiosi episodi, si tratta di fenomeni delicati, che vanno intercettati, su cui è necessario intervenire, non solo per il bene dei nostri figli, ma anche della società. Serve educazione e rispetto, serve l’unione genitoriale e anche la solidarietà, di bullismo si muore e non solo fisicamente».


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