di Luca Capponi
L’unica cosa certa è che tutta la città di Ascoli, medaglia d’oro al valore militare per attività partigiana, ha purtroppo fatto una cosmica figura barbina che poteva essere risparmiata. Da qualunque punto la si osservi. E su questo c’è poco altro da aggiungere.
Il caso dello striscione affisso da Lorenza Roiati davanti al suo forno di piazza Arringo (recante la scritta “25 aprile Buono come il pane, bello come l’antifascismo”), che ha scaturito due distinti accertamenti da parte prima della Polizia di Stato poi della Polizia Locale, ha infatti fatto il giro dello Stivale, coi social a fare da cassa di risonanza intergalattica, ponendo le cento torri in una posizione ben poco edificante, proprio nel giorno che celebrava l’80esimo anniversario della liberazione dell’Italia dalla dittatura nazifascista.
Eppure era parso chiaro sin da subito il contenuto potenzialmente “esplosivo” della cosa. Ciò però non ha impedito alla questione di montare come la panna, fino a coinvolgere politica, vip, telegiornali, parlamentari, sindacati, Anpi, ministri e chi più ne ha più ne metta. L’effetto immediato, come spesso accade, non è stato però quello di indurre alla riflessione. Tutt’altro. Chi può, si è messo subito la casacca del proprio colore ed è sceso in campo a testa bassa. Raziocinio poco, pochissimo. Anzi.
Quello che però è accaduto nella notte tra il 26 e il 27 aprile va oltre, sfiorando la nefandezza. Altri due striscioni sono spuntati in città. Il primo nella zona tra viale Indipendenza e via Marini, recante la scritta “L’assalto ai forni” (il nome dell’attività di Lorenza Roiati) con una cancellatura su “l’assalto”; le due parole rimanenti si commentano da sole. L’altro invece è stato affisso in viale De Gasperi, stessa zona dove qualche mese fa un altro striscione inneggiava a Mussolini (evidentemente è un luogo che favorisce lo sviluppo dell’intelletto) e prende di mira anche il questore Aldo Fusco: “Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore”. Che poeti.
Gesti, questi, che mettono in secondo piano anche tutto quanto è accaduto intorno al caso-Roiati. Da una parte, le accuse verso chi avrebbe segnalato lo striscione e che successivamente avrebbe provato a sminuire comicamente la questione senza tenere conto del suo valore simbolico, e non solo; dall’altra, le accuse sono invece quelle di aver strumentalizzato il fatto all’eccesso, cavalcando l’onda ben oltre quella che è la portata del fatto in sé, accuse smentite a gran voce dalla stessa Roiati.
In mezzo, le forze dell’ordine, a cui molti hanno rimproverato un eccesso di zelo non riscontrabile in altre situazioni. Insomma, un bel pasticcio.
Proprio la Questura e il Comando della Polizia locale, dopo i chiarimenti forniti alla nostra testata dai rispettivi vertici Aldo Fusco (leggi qui) e da Patrizia Celani (leggi qui) sono tornati sull’accaduto con una nota ufficiale per ribadire la natura di un normale controllo di routine, l’uno slegato dall’altro, senza implicazioni di sorta, in quella che è una delle zone centrali della città, che non ha portato a nessuna rimozione dello striscione.
Questo quanto accaduto, in un 25 aprile che molti, ad Ascoli, non dimenticheranno facilmente.
25 Aprile, uno striscione “a tema” sul muro di un’attività commerciale: ma arriva la Polizia
Striscione del 25 aprile: un uomo lo strappa, la folla insulta pesantemente l’autore del gesto
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati