Il Pd attacca il sindaco Fioravanti sul caso dello striscione del 25 aprile e della polemica che ne è seguita a livello nazionale (leggi qui). Lo fa attraverso il deputato piceno Augusto Curti ed il segretario provinciale e consigliere comunale Francesco Ameli, dopo che nella notte sono spuntati due striscioni minatori in città.
«Non sono soltanto un insulto alla memoria storica: sono un inquietante segnale di regressione civile, che richiama in modo esplicito ideologie fasciste ormai condannate dalla storia», spiega Curti.
«Trovo gravissimo che il sindaco Fioravanti, massimo rappresentante della comunità, scelga di tacere di fronte a episodi che infangano l’immagine della città. Il suo silenzio pesa come un macigno – continua il deputato -. Chi governa non può permettersi ambiguità. Serve una condanna netta, senza tentennamenti. Gli ascolani meritano rispetto, non certo l’immagine mortificata che questi striscioni restituiscono. Ascoli ha scritto pagine importanti nella storia democratica del Paese. Difendere quei valori è un dovere. Serve un gesto di dignità, un atto di coraggio istituzionale che dica con fermezza da che parte si sta».
«Gli episodi di questa notte rappresentano l’ennesimo gesto inqualificabile da chi pensa di rimanere impunito in città – è il parere di Ameli -. Al prefetto e questore, chiediamo una risposta forte, così come penso che tutte le forze libere e democratiche della città e non solo debbano organizzarsi per rispondere in maniera unitaria. Il grande assente “non vedo, non sento, non parlo” è ancora una volta il sindaco: Fioravanti, dove sei?»
«Visto che pare aver perso le parole – conclude – le opposizioni stanno presentando un’interrogazione in consiglio comunale nella quale chiediamo di rendere conto del suo silenzio e del comportamento della polizia municipale sui fatti del 25 aprile».
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