Il Pd provinciale rilancia il sito a cavallo tra Colli e Pagliare del Tronto come soluzione “baricentrica” per il nuovo ospedale di primo livello. Martedì 26 febbraio intanto, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, dovrebbe svolgersi la tanto attesa conferenza dei sindaci dell’Area Vasta 5. In ballo c’è la richiesta dei sindaci della costa di spostare più verso la riviera il nuovo plesso. Venerdì sera, invece, si è svolta l’assemblea provinciale del Pd che su input della segreteria approva all’unanimità un documento che ricompatta il partito e traccia la rotta al governo regionale. «Baricentricità dell’ospedale di Primo Livello, riqualificazione e nuova vocazione dei due ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, valorizzazione della mobilità attiva epari dignità nella redistribuzione delle risorse con gli altri territori». Sono questi i punti salienti contenuti nella sintesi trovata dal Pd per tutelare le esigenze dei vari territori, dalla montagna alla costa.
I democratici ritengono “non più procrastinabile una riorganizzazione dell’assistenza e dei servizi socio-sanitari nella provincia di Ascoli Piceno”.
«Siamo chiamati oggi a disegnare la sanità dell’avvenire, e non ci saranno appelli futuri – si afferma nel documento – È, infatti, fondamentale attivare una strategia che porti al rafforzamento dei servizi territoriali partendo dall’assistenza domiciliare. Attraverso una riorganizzazione complessiva e un rilancio del servizio pubblico, è necessario ubicare la nuova struttura ospedaliera di Primo Livello nel luogo baricentrico scelto dalla conferenza dei sindaci del passato agosto, dando cosi parità di diritti a tutti i cittadini del Piceno. Contemporaneamente, nel condividere le azioni di ulteriori investimenti sugli ospedali Mazzoni e Madonna del Soccorso, già messe in campo dalla Regione Marche, riteniamo che i due poli debbano mantenere la loro esistenza assumendo caratteristiche proprie dell’ospedale di base, con particolare riguardo per il reparto di Pronto Soccorso che dovrà trattare tutti i codici. Nei due plessi inoltre sarà necessario individuare servizi ambulatoriali e di lunga degenza». E ancora: «Insieme alle case della salute -proseguono i dem- sarà così possibile avere una risposta qualificata sia nella prestazione che nella tempistica di intervento per ogni condizione di necessità, dall’urgenza al programmato, dalla prevenzione alla diagnostica, dal day-hospital alla lungo degenza, dalle cure intermedie alla riabilitazione, integrando il territorio su una visione avanzata sul servizio sanitario per gli acuti.
La riqualificazione e l’ampliamento dell’offerta sanitaria, sarà possibile anche grazie alla valorizzazione della mobilità attiva, partendo da un ragionamento solidaristico e territoriale.
In un’ottica regionale è comprensibile che parte delle risorse del saldo positivo tra mobilità passiva ed attiva dell’Area Vasta 5 siano destinate ad altre realtà, ma occorre, sostanzialmente, un riequilibrio finanziario tra i territori. In questo contesto trova spazio altresì un accordo di confine con il vicino Abruzzo da svilupparsi parallelamente al nuovo ospedale: sarà così possibile progettare con la Regione confinante, la rete ospedaliera (non guardando solo a nord!) ed avere ulteriori professionalità e specialistiche». Infine la stoccata alla destra: «Sarà così possibile guardare -concludono i dem- con maggiore fiducia al futuro, convinti della necessità di salvaguardare la salute dei nostri cittadini, con una risposta di qualità al diritto alla salute dei cittadini, ed un miglioramento in termine di efficienza di ciò che rimane, fuori dai campanilismi e dai miopi ragionamenti che la destra vuole infondere al fine di potenziare ulteriormente le strutture private».
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