di Martina Oddi
Un appello affinché i concittadini offidani, che al referendum costituzionale e alle politiche del 2018 hanno espresso una determinante preferenza di 1.200 voti per il Movimento 5 Stelle, riconoscano anche alle amministrative la volontà di cambiamento dimostrata con il voto nazionale. E’ quello lanciato dal portavoce dei pentastellati Ermanno Mandozzi.
«Venti giorni -spiega- fa ho fatto un appello per l’auto-candidatura, la scadenza era il 22 febbraio e abbiamo convocato un incontro con i cittadini cercando di capire gli scenari: una lista unica di opposizione come si paventava in passato oggi non avrebbe senso. A livello nazionale è riconosciuta la nostra debolezza alle comunali, dove correre da soli ci svantaggia». «Massa -ribadisce Mandozzi- si nasconde dietro una lista civica, si dimette da segretario comunale del Pd per fare il candidato e ad oggi è l’unico che ha espresso chiaramente la sua intenzione a candidarsi, sostenuto da Pd, MdP e Rifondazione». «Avance, colloqui e scambi di idee ci sono stati da più parti e noi abbiamo tenuto una posizione aperta, che è poi la linea del Movimento, pronto a dialogare con tutti: basta rispettare le regole dello statuto, iscriversi e condividere i valori, per farne parte» è la conclusione.
Ma come si spiega questa discrasia, oggi che il consenso nazionale scema e i malumori della base rispecchiano l’ingombrante alleanza con Salvini?
«Il defilarsi dei cittadini alle comunali che non se la sentono di affrontare questo impegno con spirito civico e mettendoci la faccia è dovuto spesso ai rapporti di forza, ai clientelismi, alle dinamiche vissute, subite e accettate per anni sul territorio» spiega l’onorevole Giorgio Fede.
«Certo, il “coniuge” di governo ci costringe al compromesso sui nostri valori fondanti, come quello di una società cosmopolita che si riconosce in un’Europa fatta non solo di moneta unica, ma anche di reale condivisione di progetti e scenari futuri, primo fra tutti quello finanziario e lavorativo. Ma il suo consenso, legato alla caccia agli immigrati, credo sia destinato a scemare: gli immigrati sono talmente pochi grazie al suo pugno duro che presto dovrà dismettere questa argomentazione elettorale» sottolinea Fede.«Pochi sanno che Fabio Massimo Castaldo eletto nella nostra circoscrizione è il vicepresidente del Parlamento europeo. La Brexit e la sua disapprovazione da parte degli inglesi insegna: l’Europa è un valore imprescindibile, noi non lo abbiamo mai rinnegato».
Continua l’onorevole: «A livello locale possiamo agire o assistere, ma in questo caso ci resta solo il lamentarci: se siamo soddisfatti okay, se la situazione non va, o ci si propone o si sta in finestra senza il potere di cambiare il governo della città. Perché il radicamento di molte forze storiche, i giochi di forza con persone rappresentative sono molto forti sul territorio: se non troveremo volontari con senso civico non presenteremo alcuna lista». «La cronaca -va avanti Fede- ci insegna che molti vedono la politica come un mezzo per sfamare i propri appetiti, e la consapevolezza degli italiani è forte sul tema, ma a livello locale c’è una sorta di acquiescenza: la notizia della condanna ieri di Formigoni ha avuto uno spazio minore sulla stampa di tante altre caricate a dovere. Non possiamo non prendere atto del fatto che il cambiamento richiede tempo e che oggi stiamo pagando il conto del precedente governo. O si cambia o si va indietro: noi abbiamo portato al governo la volontà di questo cambiamento, strettamente legato alla nostra presenza. A Offida vale lo stesso, non è un obbligo partecipare alla gestione della cosa pubblica e noi facciamo una proposta di impegno civico ai cittadini: sono 12 i consiglieri, servono persone per la lista. Se nessuno aderirà faremo un passo indietro».
«Il malgoverno -conclude- si cambia con il tempo e i risultati arriveranno quando saranno risolti i danni fatti prima: le nostre prime azioni le stiamo facendo adesso, finora abbiamo solo attivato progetti approvati dal precedente governo. Tra quattro anni tireremo le somme e non ci sottrarremo alla valutazione dell’Europa e al giudizio del nostro popolo».
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