di Andrea Ferretti
Sono le 12,30 di un anomalo assolato giovedì 7 marzo. Siamo ad Ascoli, in via Sassari, zona Tofare. Lì c’è un uffico di Poste Italiane. All’interno non più di quattro persone, equamente divise tra impiegati e clienti. Alla porta si presenta un giovane. Il volto è celato da uno scaldacollo, in mano impugna una 7.65. Poi si scoprirà che l’arma, perfettamente funzionante, era carica anche se non con il colpo in canna. Non era un giocattolo. Minaccia una donna strattonandola nel tentativo di oltrepassare la vetrata che separa l’area clienti da quella degli addetti. Ma non fa in tempo a dire nulla che sul posto si piombano, nell’ordine, un equipaggio della Squadra Mobile della Quesura e, nel giro di una manciata di secondi, una Volante della Polizia e poi ancora poliziotti della Mobile. Il rapinatore, fallito il colpo, esce in strada e tenta di allontanarsi di corsa, ma viene bloccato dai poliziotti nel volgere di pochi metri, quindi disarmato e subito ammanettato. La sua carriera di rapinatore finisce dentro un’auto della Polizia che, tempo altri due minuti, lo porta in Questura.
E’ lì che si trova ancora, in attesa che vengano sbrigati gli atti, poi sarà trasferito nel carcere di Marino del Tronto. Il giovane, un ascolano di 33 anni, è incensurato. Ha precedenti definiti “irrilevanti”. L’arma, regolare, appartiene al padre, un amante delle armi che in casa ne possiede diverse. I poliziotti stanno cercando di capire cosa abbia spinto questo 33enne, che vive con i genitori, a commettere una rapina che poi tecnicamente è “tentata rapina”. Ma di fronte al magistrato, di fronte al quale comparirà tra qualche giorno, dovrà rispondere anche di “porto abusivo d’arma” e, forse, anche di “minaccia aggravata”.
La Polizia sta sentendo anche le testimonianze di chi si trovava alle Poste al momento del fatto. Ma quello che preme di più ai dirigenti della Squadra Mobile (Patrizia Peroni) e delle Volanti (Giancroce Di Carlo) è sottolineare la collaborazione dei cittadini. La telefonata alla centrale operativa è infatti giunta dal… 118. Già, proprio così. E’ successo che una donna, la quale probabilmente ha visto tutto dall’esterno, in evidente stato di agitazione ha digitato il 118. L’operatrice ha immediatamente allertato il 113 e sul posto sono arrivati i poliziotti che si trovavano in servizio in città. Un momento di sconforto e la convinzione che quella rapina potesse risolvere i suoi problemi potrebbero essere le cause che ora hanno messo nei guai il giovane ascolano.
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