facebook rss

Il 31 dicembre chiude l’attività
ma non sa cosa fare
delle bici dimenticate dai clienti

ASCOLI - Dopo 60 anni di lavoro va in pensione Gino Cappelli, storico e conosciutissimo meccanico delle due ruote. Lancia un appello a chi non ha mai ritirato i mezzi riparati: non può venderli e nemmeno alienarli
...

Gino Cappelli al lavoro nella sua officina (Foto Stefano Farina) 

di Andrea Ferretti

Il 31 dicembre 2017 cessa l’attività e finalmente potrà godersi un meritato riposo. Lo fa dopo 50 anni di lavoro, sempre dietro al bancone della sua officina di biciclettaio. Ad Ascoli, ma non solo, tutti conoscono Gino Cappelli, il riparatore di biciclette sempre disponibile ogni giorno dell’anno, festivi compresi, praticamente ad ogni ora. Suo fratello Sirio iniziò l’attività nel 1949, lui l’ha affiancato fin da bambino fino a rilevare l’officina nel 1972. Dopo 60 anni dice basta, ma ha un problema di non facile soluzione da affrontare e risolvere. 

La sua officina lungo la Salaria a Brecciarolo

«Sono in possesso di un mucchio di bici che ho aggiustato ma che non sono mai state ritirate ed ora non so che farmene – dice sconsolato Gino Cappelli – perchè non posso nemmeno regalarle o disfarmene, cioè procedere alla loro demolizione». In realtà Gino potrebbe rischiare di essere accusato di ricettazione nel caso le rivenda, o anche solo le regali, a qualcuno che ne ha bisogno. E se un bel giorno spunta fuori un tale che accusa il nuovo “proprietario” che se ne sta in giro con la bicicletta che lui aveva portato da Gino per farla riparare addirittura anni fa? Cosa succede in questo caso? In attesa che si risolva l’arcano, Gino e i suoi amici – in particolare gli “Amici della Bicicletta” di Ascoli – lanciano un appello: «Se sapete di avere una vostra bici in quell’officina, fatevi avanti per ritirarla».

Gino chiude l’attività dopo 60 anni di lavoro

Si tratta di bici che lui ha aggiustato con riconosciuta professionalità, spendendo ore di lavoro dopo aver montato diversi pezzi nuovi di ricambio. Potrebbe alienarle destinandole a ditte specializzate che raccolgono e smaltiscono ferro, ma i dubbi – ed eventuali equivoci nascosti dietro l’angolo – stoppano la sua idea.

Dopo qualche anno trascorso nella bottega di corso Mazzini, Gino Cappelli  qualche anno fa lasciò anche quella – divenuta storica – di via della Fortezza, a pochi metri da Piazza Sant’Agostino. Ha continuato nel punto vendita-officina annesso alla sua abitazione che si trova a poche centinaia di metri da Brecciarolo, per chi percorre la Salara in direzione mare. Gino e il suo negozio sono stati per mezzo secolo anche un punto di ritrovo per sportivi e appassionati delle due ruote.

Le bici in deposito

Nel 1968 fondò la S.C. Picena per corridori delle categorie esordienti e allievi, poi c’è stato spazio anche per una società amatori la cui attività si è conclusa qualche anno fa.

Qualcuno risponderà al suo appello?


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page



6 commenti

  1. 1
    Norrim Radd il 29 Dicembre 2017 alle 16:13

    Mi state cortesemente dicendo che la debbo ritirare? 🙂 intanto grazie della info

  2. 2
    Fabio Giantomassi il 29 Dicembre 2017 alle 16:51

    Grande Gino!!!

  3. 3
    Alberto Iovinella il 29 Dicembre 2017 alle 17:53

    Che vengano vendute all’asta con un prezzo congruo di base ed il ricavato venga dato in aiuto ad associazioni benefiche che assistono che so i nostri anziani ecc.ecc.

  4. 4
    Alessandro Binni il 29 Dicembre 2017 alle 17:56

    Evidentemente non può farlo. C’è scritto nell’articolo

  5. 5
    Dario Lazzarini il 29 Dicembre 2017 alle 20:49

    Claudio non è che ti sei dimenticato la bici ?! Ahahah

  6. 6
    Claudio Tarquini il 29 Dicembre 2017 alle 20:59

    Nooooooooo e mo??

Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X