(fotoservizio di Andrea Vagnoni)
Strepitoso Leszek Mozdzer. La sua fluidità sui tasti del pianoforte, le sue rielaborazioni in chiave jazz di brani di classica, le sue improvvisazioni piene di carica, hanno entusiasmato il pubblico. Hearth of stone, cuore di pietra, il concerto organizzato dall’associazione ascolipicenofestival nel Teatro dei Filarmonici, all’interno del cartello di Ascoli Musiche sostenuto Comune e Amat, ha ottenuto un bel successo.
Se la stella polacca del jazz europeo ha dimostrato una tecnica ed una capacità interpretativa straordinaria, Gloria Campaner, pianista tra le più applaudite e richieste (concerti quasi ogni giorno in tutto il mondo), si è fatta apprezzare per la sua classe. Quasi un’ora e mezzo di bellezza e di passione in musica. A completare il successo del concerto è stato il finale travolgente in cui, accanto ai due grandi pianisti, sono entrati in scena cinque percussionisti un po’ particolari. Guidati dal maestro Alex Paolini, impareggiabile, si sono esibiti 4 suoi allievi: Simone Aniballi, matura per una brillante carriera, perfetto nei tempi, i piccoli Matteo Ferri e Dario Calibani e il piccolissimo ma tosto Diego D’Auria (buon sangue non mente, suo padre è il pianista Emiliano D’Auria). Questo quintetto si è inserito molto bene con un risultato sonoro efficace e galoppante. Davvero bravi tutti. Il pubblico, dopo due bis, ha manifestato tutto l’entusiasmo possibile. Leszek Mozdzer e Gloria Campaner si sono sottoposti di buon grado a selfie, foto e autografi. A complimentarsi con i due, al termine dello spettacolo, anche il sindaco Guido Castelli.
Presente, tra il pubblico, una folta rappresentanza della comunità polacca proveniente da varie città del Piceno. Il musicista polacco in patria è considerato una vera gloria nazionale. Se Leszek Mozder è stato strepitoso sui tasti del pianoforte, altrettanto lo è stato a tavola diventando subito un fan delle specialità ascolane timballo in primo luogo, e naturalmente olive ripiene, con tanto di citazione durante la performance. Gloria Campaner è ormai un artista in residenza di ascolipicenofestival. «Una città bellissima, un pubblico caloroso, un’accoglienza gentilissima. Spero di poter tornare presto. Grazie ascolipicenofestival» ha detto.
Hearth of stone è stato un originalissimo medley tra capolavori della musica classica di autori come Claude Debussy, Sergej Prokof’ev, Johann Sebastian Bach, Isaac Albéniz, Astor Piazzolla, Witold Lutosławskie e Arvo Pär riarrangiati in chiave jazz, e momenti di puro free style con il canto unico e irripetibile delle pietre sonore di di Pinuccio
Dopo questa spettacolare anteprima, seguita al concerto della fisarmonicista Eglė Bartkevičiūtė, il presidente dell’associazione ascolipicenofestival, prof.ssa Emanuela Antonini, ha dato appuntamento al 14 settembre quando si aprirà la ventitreesima edizione del Festival internazionale di musica di Ascoli Piceno “Crescendo 2019”. Sarà un’apertura col botto nel Teatro Ventidio Basso con il duo Igundesman & Joo, applaudito in tutto il mondo, per saper mischiare da virtuosi musica classica, cultura popolare e comicità, ecco la novità, la comicità, per la prima volta nelle Marche. I due musicisti, il violinista russo Aleksey Igudesman e il pianista anglo-coreano Richard Hyung-ki Joo, sono solitamente “impossibili”. Si tratta di un evento che attirerà su Ascoli l’attenzione degli appassionati di musica di tutto il centro Italia. Sono grandi showmen osannati dal pubblico giovanile.
LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI
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