Impegnato in politica con la sua lista civica “Ascoli per Ascoli”, già consigliere comunale e assessore alle Attività culturali nella prima giunta Castelli, Davide Aliberti è attivo anche nel sociale: è nato su sua iniziativa, primo nella regione, il Centro di ascolto del disagio. Avvocato cassazionista, giudice onorario dal 1983 al 1999, nonché giudice unico del Libero sport, Aliberti, figlio di Vincenzo Aliberti, già sindaco Dc per il periodo 1969-1971, è anche un punto di riferimento della vita culturale cittadina: almeno un centinaio gli eventi organizzati dalla sua associazione.
Aliberti, perché ha scelto la lista “Ascoli per Ascoli” a sostegno del candidato sindaco Piero Celani?
«Ascoli per Ascoli fa parte della mia stessa vita da 15 anni e rappresenta un atto d’amore alla mia città con i tanti eventi culturali regalati ai miei concittadini in virtù dei principi sociali e di solidarietà che la distinguono. Civico da sempre, ho ritenuto di aderire alla proposta di Piero Celani sia per le analogie programmatiche che si ispirano ad un progetto unitario che individua la città che mi piacerebbe vivere, sia per l’autonomia e l’identità d’azione garantita al nostro modo di leggere la politica per il bene comune nell’ambito della coalizione civica in campo».
Qual è la sua “mission” se sarà eletto consigliere comunale?
«L’epilogo dell’Amministrazione Castelli-Fioravanti ha evidenziato forti carenze in tutti i settori strategici e ritengo che dalla discontinuità si debba ripartire. Il turismo socio-culturale, religioso, enogastronomico riassume in sé tanti altri aspetti penalizzati da questa amministrazione. Discorso complesso che solo chi ha competenze e amore nel rispetto della trasparenza e della giustizia sociale può e deve fare. Le potenzialità della città inducono ad un cambio radicale di rotta che può agevolmente farla rinascere sotto le esigenze occupazionali di ampio respiro. Ciò si può e si deve raggiungere con un cambio di passo assolutamente sostenibile che preveda al primo posto il privilegio di essere liberi per restituire la dignità sottratta a molti».