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Antonio De Meo,
un serata per ricordare
il ragazzo ucciso dieci anni fa

VILLA SANT'ANTONIO - Ad organizzare il Memorial Day al “Tommy’s Caffè” di venerdì 7 giugno, sulle note di Vasco Rossi, sono i suoi amici. «L'amore universale e puro - lo ricordano tutti - era la sua arma, e l'entusiasmo era l'energia con cui aiutava quotidianamente gli altri, ovvero le persone meno fortunate». La onlus creata dalla madre Lucia
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Antonio De Meo

di Simone Corradetti

Si svolge venerdì 7 giugno con inizio alle ore 21 a Villa Sant’Antonio, al “Tommy’s Caffè” di via Salaria, il Memorial Day Antonio De Meo nel ricordo del ragazzo che nell’agosto 2009 morì in seguito a un’aggressione subìta a Villa Rosa di Martinsicuro (Teramo) da parte di tre giovani rom minorenni. All’epoca dei fatti avevano 17, 15 e 13 anni e quest’ultimo è morto accoltellato ad Alba Adriatica nel giugno 2017. La mamma di Antonio, Lucia, continuare a lottare con forza e coraggio e in questi anni ha creato un’associazione onlus in ricordo di Antonio. «L’amore universale e puro – lo ricordano tutti – era la sua arma, e l’entusiasmo era l’energia con cui aiutava quotidianamente gli altri, ovvero le persone meno fortunate».

Appuntamento al “Tommy’s Caffè” di via Salaria

Venerdì sera al “Tommy’s Caffè” si esibirà la Vasco Tribute Band “Vizi e Virtù” con musica per tutte le età. Antonio De Meo, di Castel di Castel di Lama, aveva 23 anni ed era studente universitario. Dopo avere finito il proprio turno di lavoro come cameriere stagionale in un hotel in cui prestava servizio da pochi giorni, raggiunse il chiosco di un venditore ambulante di panini in un parco giochi, dove ebbe una discussione con tre ragazzi per la sparizione della sua bici. Li conosceva di vista perché i ragazzi, definiti dagli stessi investigatori come “difficili”, commettevano piccoli furtarelli. Il più grande non andava più a scuola e neppure lavorava, gli altri due frequentavano le medie, bocciati più volte. Le loro famiglie erano note alle forze dell’ordine per piccoli reati contro il patrimonio.

De Meo non trovando la biciletta e incrociando i ragazzi a pochi passi dal chiosco, pensò che gliel’avessero rubata. Volarono parole grosse, poi l’aggressione. I testimoni parlarono di tre colpi a distanza ravvicinata, in sequenza, uno dopo l’altro, l’ultimo raggiunse De Meo alla tempia. Il ragazzo crollò contro la fiancata del chiosco e poi a terra. Tentò di rialzarsi e con una mano tastò il terreno afferrando i suoi occhiali. Poi lasciò la presa e, purtroppo, non ci fu nulla da fare.

 


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