di Luca Capponi
Un passo dopo l’altro, Arquata può. Può rinascere, può rivivere, può guardare al futuro. Anche grazie alla forza di ragazzi infaticabili, che pur muovendosi tra i boschi compiono azioni la cui bontà travalica i confini fino a divenire messaggio di speranza. Così, ancora una volta, un tassello si aggiunge al mosaico cominciato ormai tre anni fra, alla vigilia di una tragedia, il sisma, che ha per sempre cambiato la storia di queste terre.
Il mosaico è quel reticolo di antichi sentieri di cui una zona di montagna è sempre prodiga ma che, senza passaggio (e soprattutto senza manutenzione), rischia di sparire tra la vegetazione col passare del tempo. Stavolta la lente dell’associazione “Arquata Potest” si è focalizzata sul percorso tra Capodacqua e Tufo (frazioni di Arquata) e Grisciano (Accumoli), ripulito dalla fitta sterpaglia nella giornata del 9 giugno grazie alla preziosa opera dei volontari Silvestro Bucciarelli, Salvatore Ambrosi, Sante Corradetti, Patrizia Gagliardi, Peter Lerner e Carlo Ambrosi, Emily Chiesa (“Proloco Arquata”), Carlo Moscati, Mauro Nobili, Virginia Equizi, Enrico Luci e Fernando Cortellesi (Comitato “Ricostruire Tufo”), Berardina di Cesare e Fabio Cortellesi (“Ancora Capodacqua”), tutti sotto l’egida dello scrittore e maratoneta Vittorio Camacci.
Rispetto agli altri interventi di ripulitura questo è stato sicuramente uno dei più difficili da mettere in atto a livello logistico ma anche uno dei più partecipati, complice pure la bella stagione, segno che ci sono persone che non si dimenticano affatto di Arquata e più in generale di tutti i piccoli borghi colpiti dal terremoto.
Le tracce di tutte le opere effettuate all’interno di questo encomiabile progetto sono sul sito www.arquatapotest.it e sono consultabili da tutti gli amanti del trekking e della montagna.
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