Prodotti venduti a base di tartufo, ma tra gli ingredienti il prezioso fungo non c’era. Undici le persone denunciate, le contestazioni sono di frode in commercio. L’indagine, durata sei mesi, è dei Carabinieri Forestali della stazione di Serravalle, coordinati dal Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale. Una indagine nata da controlli su siti di e-commerce. Una cinquantina le aziende passate sotto la lente dei Forestali. E’ emerso che su internet venivano venduti oli, condimenti, salumi e salse aromatizzate al tartufo.
Peccato però che del prezioso fungo, dagli accertamenti svolti sui prodotti, non ci fosse traccia. Nemmeno l’1%, che sarebbe stato sufficiente a evitare denunce. Al posto del tartufo c’era una sostanza aromatizzante di origine sintetica, il bismetiltiometano, che imita il sapore del tartufo. Tra il fatto che non c’era traccia del fungo nei prodotti e il fatto che sulle etichette venivano messe foto accattivanti di tartufi, è finita con undici persone denunciate per frode in commercio.
Tra le aziende coinvolte anche una multinazionale umbra. Gli accertamenti si sono svolti in aziende di varie regioni: Toscana, Molise, Liguria, Umbria, Campania, Calabria, Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le indagini inoltre hanno poi consentito di accertare 20 violazioni amministrative commesse da altrettante aziende, che hanno portato a multe per 65.000 euro. In questo caso il problema erano le etichettature dei prodotti, la pubblicità sui siti, perché se il tartufo c’era, non ne veniva indicata la percentuale né il tipo. Nelle Marche per questo tipo di violazione è coinvolta una ditta del Fermano: non veniva indicato nell’etichetta dei prodotti il tipo di tartufo.
(Gian.Gin.)
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