di Claudia Trecciola
La Chirurgia Generale dell’ospedale di Macerata ha un nuovo primario: è Walter Siquini che ha preso servizio ieri nel capoluogo provinciale dell’Area Vasta 3 dopo aver diretto per otto anni la Chirurgia di San Benedetto. Originario di Castignano, 54 anni e allievo sin dal 1987 del professor Eduardo Landi, ex direttore della Clinica Chirurgica degli Ospedali Riuniti di Torrette di Ancona, è specialista in Chirurgia Generale e anche in Chirurgia d’urgenza essendo istruttore Atls (Advanced Trauma Life Support).
Ricercatore universitario in aspettativa, è titolare dell’insegnamento di “Chirurgia generale e d’urgenza” del corso di laurea in Infermieristica dell’Univpm, sede di Ascoli. Il dottor Siquini è autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di quattro volumi, dei quali in particolare “Surgery in the Multimodal Management of Gastric Cancer”, edito da Springer-Verlag, ha vinto nel 2012 il prestigioso premio “Ettore Ruggieri” della Società Italiana di Chirurgia, realizzato e presentato dal Gruppo Italiano per la Ricerca sul cancro gastrico (GIRCG) in occasione del decimo congresso internazionale sul cancro gastrico, svoltosi a Verona nel 2013. Il principale campo d’interesse e di azione del dottor Siquini è da sempre rappresentato dalla chirurgia oncologica addominale, dalla senologia oncologica e dalla chirurgia delle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Quali sono i motivi del suo trasferimento a Macerata?
«Sono molteplici le ragioni che mi hanno spinto a partecipare al concorso per questa sede, al primo posto la volontà di stare più vicino alla mia famiglia che vive a Jesi: passando da Filottrano posso tornare a casa tutti i giorni per raggiungere mia moglie e le mie figlie, alle quali ho sottratto forse troppo tempo privilegiando il lavoro. La chirurgia oncologica rappresenta, fin da quando ero studente, la mia vocazione e la mia missione e l’idea di dirigere un reparto ad indirizzo oncologico in un ospedale più grande di quello da cui provengo e dotato di tutte le risorse strutturali, organizzative e umane necessarie per gestirlo al meglio, è stato l’ulteriore elemento che mi ha indirizzato verso Macerata. Il nosocomio è dotato, infatti, delle strutture complesse di radiologia interventistica e di endoscopia operativa avanzata che, secondo le più recenti linee guida, sono specialistiche ormai indispensabili e permettono di svolgere l’attività chirurgica con alti livelli di sicurezza per la salute del paziente. A queste motivazioni si aggiunge, poi, l’ ulteriore considerazione che nel reparto di Chirurgia di Macerata lavorano ben sei stimati colleghi, formati e cresciuti nella mia stessa scuola del professor Landi. Con i dottori Guido Gesuelli, mio sostituto e vice direttore, Rodolfo Scibè, Massimo Sartelli, poi i giovani Luca Speranza, Cristian Tranà e Alessandro Cardinali penso e spero, viste le nostre comuni origini chirurgiche, di poter creare un gruppo unito con cui crescere professionalmente tutti insieme. Ringrazio il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni per la fiducia che mi ha accordato e, sperando di non deluderne le attese, mi metto subito al lavoro».
Lei ha approfondito negli ultimi anni la chirurgia laparoscopica, quali ne sono i vantaggi per i pazienti?
«Ho affrontato specificatamente la chirurgia oncologica mini-invasiva (laparoscopica) che offre gli stessi risultati di radicalità oncologica della chirurgia tradizionale “aperta”, ma con vantaggi enormi per il paziente in termini di minor sofferenza e minori complicazioni. Oltre a cicatrici più piccole si ottengono tassi più bassi di infezioni, minor tempo di degenza in ospedale, una ripresa più rapida del paziente che torna precocemente alla sua vita normale e al successivo iter terapeutico. Vorrei implementare a Macerata la chirurgia oncologica addominale con approccio laparoscopico mini-invasivo, sia in elezione che in urgenza».
Nell’unità di Chirurgia di Macerata oltre a Siquini è arrivato anche Alessandro Cardinali, proveniente dall’ospedale Carlo Urbani di Jesi, che ha lavorato insieme al neo primario a San Benedetto sviluppando un particolare protocollo, che permette al paziente una ripresa più rapida dopo l’intervento in Laparoscopia.
Dottor Cardinali, cos’è il Protocollo Eras?
«Il protocollo Eras (Enhanced Recovery After Surgery) letteralmente significa “recupero precoce dopo chirurgia” e permette ad un paziente sottoposto ad intervento di tornare alla vita di tutti i giorni, in tempi molto rapidi. Con il programma Eras il paziente viene seguito a 360° sia nel periodo di preparazione pre-operatorio, sia in quello peri-operatorio (utilizzo della chirurgia mini-invasiva, abolizione del sondino naso-gastrico, limitazione dell’uso di drenaggi e del catetere vescicale), sia in quello post-operatorio quando lo stesso viene mobilizzato dopo poche ore dalla fine dell’intervento e viene subito rialimentato per bocca. Tutto questo comporta, naturalmente, uno sforzo organizzativo molto grande e che coinvolge tutte le figure professionali che ruotano attorno al paziente e ai suoi familiari, quali chirurgo, anestesista, infermiere, oss ad esempio. Se da un lato è necessario un importante impiego di risorse, dall’altro i benefici di questa tecnica chirurgica laparoscopica associata al Protocollo Eras si concretizzano in una degenza ridotta che arreca vantaggi per la salute e la qualità di vita del paziente, sottoposto ad un minor stress chirurgico, ma anche in termini di risparmio economico sanitario».
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