di Renato Pierantozzi
C’è grande attesa per la decisione del Gip di Rimini, Benedetta Vitolo, che dovrà pronunciarsi sulle sorti del Cristo di Michelangelo di cui la Procura romagnola, tramite il pm Davide Ercolani, ne ha chiesto la confisca. L’udienza si è svolta stamane in tribunale ed ora si attende la decisione del giudice dopo la richiesta della Procura che si poggia sull’articolo 174 del Codice dei Beni culturali (decreto legislativo 42 del 2004) sulle esportazioni illecite di opere d’arte anche se il proprietario non ha commessi reati (come prevede la legge). Una doccia gelata in piena estate torrida visto che era quasi tutto pronto per l’arrivo nel Piceno della statuetta attualmente custodita in una cassetta di sicurezza di San Marino ed atteso giovedì prossimo Ascoli per essere esposto al Battistero sin dalle prossime settimane. Quando tutto sembrava essere stato sbloccato, dopo anni di cause e intrighi internazionali, con il via libera all’estradizione in Italia, si è mossa di nuovo la magistratura. In particolare la Procura di Rimini ha chiesto la confisca del crocifisso dal valore inestimabile in base alla legge che prevede il ritorno in possesso da parte dello Stato delle opere d’arte esportate all’estero. L’avvocato ascolano Francesco Ciabattoni, che assiste il proprietario della preziosa statuetta lignea e che ha definito l’ultimo sviluppo come “un fulmine a ciel sereno”. Il Cristo ligneo attribuito a Michelangelo è atteso in città giovedì prossimo 11 luglio. La notizia era stata confermata pochi giorni dal vescovo Giovanni D’Ercole durante l’inaugurazione della rinnovata casa del clero “Sant’Emidio” anche se non erano stato fornite date preciso. Dopo sette anni di duro contenzioso giudiziario, tra sequestri e ricorsi, infatti, lo scorso mese di maggio le autorità della Repubblica del Titano hanno dato il via libera alla restituzione della scultura al legittimo proprietario, Andrea Boccardelli. Fino all’ultimo colpo di scena.
(servizio in aggiornamento)
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