di Luca Capponi
E’ vero che per salvare una vita a volte basta una telefonata. Ma è anche vero che a volte il telefono può risultare fuori uso per mille motivi. Uno di questi, soprattutto nelle zone di montagna, è sicuramente l’assenza di copertura di rete. Ecco che allora anche la semplice richiesta di aiuto diviene missione ardua. E il ruolo della radio, fondamentale.
A tal proposito occorre segnalare l’attività, portata avanti da 11 anni su tutto il territorio nazionale, del progetto Rete Radio Montana (www.reteradiomontana.it) con l’obiettivo di incenvare l’uso delle radio per ovviare alle situazioni di criticità in montagna.
«Il Soccorso Alpino svolge un servizio sicuramente encomiabile ma rimangono le difficoltà per allertarlo, visto che bisogna comporre il 118 con il telefono -spiega il referente per le Marche Giancarlo Balducci-. Se non c’è segnale telefonico purtroppo anche le chiamate di emergenza sono precluse. A differenza delle radio in uso dagli operatori del Soccorso Alpino, le radio usate dagli aderenti a questo progetto sono di libero uso, non richiedendo la licenza di radioamatore. A tutt’oggi gli utenti sono circa 3.700 e fra di essi si trovano escursionisti, cercatori di funghi, arrampicatori, appassionati di volo libero, ma anche rifugi montani, organizzazioni di protezione civile per la ricerca di dispersi in superficie, ed anche alcuni Servizi regionali del Soccorso Alpino (non nelle Marche, purtroppo). Spero si possa comprendere l’importanza di questo progetto, proprio perché dalla rapidità nelle comunicazioni può dipendere la vita di qualcuno».
Come specificato sul sito, Rete Radio Montana propone una frequenza radio di libero uso in banda PMR-446 (UHF), unificata a livello nazionale, impiegata per l’interscambio di informazioni di sicurezza tra più persone durante le attività outdoor. Ma soprattutto, si sottolinea il fatto che essa «non è un’alternativa alle classiche modalità di allertamento degli organi preposti al soccorso in montagna, bensì è un “di più” per la prevenzione degli incidenti in montagna o in zone boschive, ed eventualmente potrebbe mostrarsi un supporto utile in caso di emergenza nelle fasi di ricerca e successivo soccorso, per avere un collegamento diretto tra l’infortunato e i soccorritori precedentemente allertati».
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