di Benedetto Marinangeli
Nuovo incontro tra Comune, Caritas e Comitato di quartiere Ponterotto per la vicenda delle tende che ospitano i senzatetto all’ interno della struttura di via Madonna della Pietà. Alla riunione hanno partecipato tutte le parti in causa, dall’assessore Emanuela Carboni al responsabile del servizio sociale del Comune Antonio Di Battista, a Simona Marconi coordinatrice dell’ Ambito Territoriale Sociale 21, don Gianni Croci responsabile Caritas e i vertici del Comitato di quartiere Ponterotto. Al termine ecco l’incontro con la stampa.
«Vogliamo fare chiarezza su questa problematica – esordisce l’assessore ai servizio sociali Emanuela Carboni – relativa alle undici persone che vivono in tenda nel recinto della Caritas. Questo è il secondo incontro e siamo arrivati ad una conclusione. Cercheremo di arrivare a delle soluzioni ad personam. I soggetti interessati saranno ricevuti singolarmente dai nostri uffici dei servizi sociali e caso per caso valuteremo le condizioni per provare a risolvere le problematiche esistenti. Si tratta di gente che ha storie personali problematiche e che saranno seguite nel loro percorso da psicologi specificatamente qualificati. Stiamo anche studiando la possibilità di prendere in affido persone adulte, il cosiddetto housyng per arrivare ad una soluzione della problematica a livello individuale. L’ Ambito Territoriale Sociale 21 sta lavorando anche su questa ipotesi. Resta il fatto, comunque, che tutto dipende dalla volontà di queste persone ad essere orientate in questo percorso. Bisognerà valutare caso per caso ma devono farsi aiutare».
«Stiamo parlando di gente – aggiunge Simona Marconi – che ha problemi di varia natura e che ha bisogno di sostegno. La Regione Marche, attraverso dei fondi europei ha finanziato il progetto Houseing First e su ventitre ambiti territoriali solo di dieci sono stati finanziati con il nostro che è tra questi. L’obiettivo è quello di un reinserimento della persona in difficoltà che, però, per usufruirne deve firmare un contratto in cui si impegna a svolgere attività lavorativa o di formazione e di collaborare alle spese per la gestione dell’ appartamento. Bisognerà vedere se qualcuno delle undici ad oggi interessate voglia seguire questa procedura. Insomma il fattore determinane è la disponibilità di questi soggetti ad essere seguiti da esperti del settore».
Sulle tende nel giardino della Caritas è intervenuto il responsabile don Gianni Croci. «Nessuno ci ha chiesto quei teli per coprirle le tende – dice – era un intervento previsto finalizzato a garantire privacy alle persone che frequentano la struttura. Oltre al giardino c’è un bagno da potere utilizzare ed un servizio mensa ma anche locali dove ripararsi in caso di pioggia. Non cerchiamo lo scontro con il Comune perché non è nella nostra filosofia cercarlo. Vogliamo collaborare con l’ amministrazione comunale e con i residenti del quartiere e ringraziamo entrambe le parti. Si tratta, comunque, di situazioni diverse tra loro. Alcune di queste undici persone sono residenti, altre no, altre ancora sono straniere».
Insomma all’orizzonte c’è la possibilità di un percorso di reinserimento in attesa del quale, però, quei senzatetto resteranno nelle tende. Soddisfatto il comitato di quartiere rappresentato dal presidente Roberto Angelini: «Sono contento – spiega – perché siamo riusciti, in rete, a trovare una strada per tentare di aiutare queste persone. Noi non vogliamo cacciare nessuno soltanto trovare una soluzione. Chi urla sui social non rappresenta né me né il quartiere».
«Questo progetto di reinserimento – chiude la serie degli interventi il consigliere comunale Andrea Sanguigni – è stato già utilizzato in Finlandia ed ha portato alla riduzione drastica dei senza tetto che sono passati da 18mila a 7mila. E’ questa la base per passare da una visione prettamente assistenziale ad una che punta al rientro in società».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati