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Un nuovo sentiero recuperato
da giovani volontari fra
Pescara del Tronto e Vezzano

ARQUATA - Il progetto di ripulitura del reticolo di antichi sentieri dell'associazione "Arquata Potest" prosegue. Riemerso un muro che potrebbe forse appartenere all'antica Salaria. Un segnale di speranza per le terre colpite dal sisma
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Un tratto del sentiero

Passo dopo passo, Arquata ci prova. Una tessera, nel puzzle della rinascita post-terremoto, viene offerta dall’azione dell’associazione “Arquata Potest”. Un gruppo di ragazzi infaticabili che si muovono tra i boschi, ridando speranza a una terra martoriata da quel sisma che ne ha per sempre cambiato la storia. L’obiettivo è di portare avanti il recupero di quel reticolo di antichi sentieri di cui una zona di montagna è sempre ricca ma che, nel corso del tempo senza passaggio (e soprattutto senza manutenzione), rischia di sparire tra la vegetazione.

Negli anni l’idea è di realizzare un circuito ad anello che possa unire tutte le frazioni. Stavolta l’attenzione si è concentrata sul percorso tra le frazioni di Pescara del Tronto e Vezzano. L’opera di ripristino, realizzata il 28 luglio scorso, ha visto la partecipazione per la prima volta di un gruppo di 17 scout (“clan Orione” e “noviziato Novi Orizzonti”) di Marigliano (Napoli). Hanno preso parte al lavoro i volontari: Vittorio Camacci (guida escursionistica), Carlo Ambrosi (Associazione “Arquata Potest”) e gli scout Angela, Anna Maria e Monica D’Eliseo, Antonio Robino, Assunta Qualità, Zinaida Di Mauro, Gennaro Auriemma, Giuseppe Di Maiolo, Ilaria Ardolino, Mariangela Scialò, Nicola Braccolino, Serghei Maione, Tobia De Stefano e Sara Ansaldi guidati dai responsabili Giuseppe Scialò, Francesca Tullio e Marialucia Lo Regio.

Il tratto di muro ritrovato

L’alto numero di volontari è stato necessario per poter terminare l’opera in un unico giorno, considerando che la vegetazione era particolarmente fitta per via delle intense piogge dei mesi di maggio e luglio a cui sono seguite le giornate di caldo torrido di giugno. Il percorso interessato, la cui parte iniziale era ben visibile, andava presto a perdersi nel bosco. Si  tratta di un sentiero semplice da percorrere, specialmente all’inizio, quando da Pescara attraversa il piccolo ponte sul Tronto nei pressi del semaforo sulla Salaria e prosegue poi sul lato destro del fiume in un tracciato caratterizzato dalla mancanza di pendenza.

Durante la ripulitura, una sorpresa inaspettata: sono emersi dal nulla dei muretti a secco diversi da quelli che costeggiano i sentieri recuperati in precedenza. Differente è l’altezza, che in alcuni tratti supera abbondantemente i due metri; differente è la tipologia di pietre, più grandi di quelle solitamente utilizzate; ma soprattutto differente è il perfetto incastro delle stesse, spesso di forma rettangolare (a differenza di quelle più arrotondate usate solitamente). Pietre perfettamente piatte a formare un’unica parete: qualcosa di diverso rispetto al comune muretto di contenimento per fermare l’erosione del fosso.

Antiche briglie di contenimento per le piene del fiume Tronto? Resti di un tratto dell’antica via Salaria (oppure di un diverticolo della stessa)? Queste le primissime ipotesi formulate dall’associazione. Del resto la Salaria stessa ha cambiato sede viaria più volte per via delle diverse quote della strada che franava con le frequenti piene del Tronto, che trascinavano via anche i ponti.

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