«Si è tenuta ieri ad Amandola una riunione-conferenza stampa nella quale il sindaco di Amandola, il presidente e il direttore della Trasfer annunciavano in pompa magna una nuova linea di che collegherà Amandola a Pedaso passando per la Valdaso. Un servizio totalmente gratuito con quattro corse verso il mare e altrettante verso la montagna. La montagna. Evidentemente per i fermani è solo quella amandolese, vi si trova infatti in questo Comune una delle cime più conosciute dei Sibillini: il monte Amandola, una specie di alta collina raggiungibile anche in auto».
Inizia così l’affondo del sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni. Che prosegue: «Il Comune di Montefortino nell’anno in corso – la critica di Ciaffaroni – si è visto togliere l’unica corsa in grado di trasportare gli studenti delle superiori verso le città di Fermo o Ascoli Piceno e nonostante la vibrata protesta che ho inoltrato all’assessore regionale competente, Angelo Sciapichetti, e alla relativa ditta che gestiva il servizio, nulla è accaduto e le famiglie si sono dovute sobbarcare l’onere del trasporto dei propri figli. Ora arriva l’ennesima beffa. Si parte da Amandola, si arriva ad Amandola, ci si dimentica completamente di Montefortino. Certo, non è un paese turistico, nel suo territorio non ci sono grandi ricchezze ambientali: l’Infernaccio viene spesso attribuito al comune di Montemonaco, il santuario dell’Ambro venne posizionato presso la città di Fermo, il patrimonio d’arte non è neanche paragonabile a quello dei comuni limitrofi.
L’assurdo – aggiunge il primo cittadino – sapete qual è a detta di lor signori? Che il Comune di Montefortino non può avere questo servizio aggiuntivo, definito del sisma, perché chiese all’allora “numero due” della Protezione Civile nazionale, Immacolata Postiglione, di convertire le Sae nel recupero dell’edilizia residenziale esistente. Questa scelta evidentemente si è rilevata un grande errore strategico, era meglio costruire Sae e consumare suolo a costi parametrici talvolta astronomici, quasi 5.000 euro al metro quadro.
Io penso – conclude Ciaffaroni – che la Regione Marche e l’assessore Sciapichetti debbano fare una profonda riflessione sull’operato e la conduzione della fase post-sisma ed adottare i relativi correttivi. Auspico e auguro che di fronte a certe decisioni intervengano in modo netto e determinato».
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