di Luca Capponi
«Il discorso di Conte al Senato, senza nessun accenno al terremoto, lo dimostra: il sisma non è mai stato nell’agenda di questo governo. Nell’ultimo anno e mezzo non è stato fatto nulla o quasi. E adesso questo altro grande segnale di discontinuità, con le dimissione del presidente del consiglio e la probabile sostituzione del commissario per la ricostruzione Farabollini». Sono parole dure quelle di Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta Terme, in merito a quanto accaduto e soprattutto a quanto sta accadendo nel centro Italia ed in particolare nell’entroterra piceno colpito dalla tragedia dell’agosto-ottobre di tre anni fa.
Proprio Farabollini, nella mattinata di oggi 20 agosto, ha incontrato i sindaci dell’Unione Montana del Tronto e Valfluvione per fare il punto sulla situazione sui vari aspetti legati alla ricostruzione. Presenti, nella sede di Ascoli, i sindaci degli 8 comuni facenti parte dell’ente, vale a dire Francesco Leoni (Roccafluvione), Sara Moreschini (Appignano), Aleandro Petrucci (Arquata), Fabio Polini (Castignano), Giuseppe Amici (Palmiano), Sergio Fabiani (Montegallo), Fabio Salvi (Venarotta) e, appunto, Stangoni.
«Si è parlato di personale tecnico e di norme speciali per il sisma -continua lo stesso primo cittadino di Acquasanta-. Farabollini si è dimostrato attento e sensibile, ma attenzione e sensibilità non bastano se non vengono seguite dai fatti concreti. Proprio ora che riuscivamo a farci capire, è arrivata questa crisi di governo che presumibilmente mescolerà di nuovo le carte in una situazione generale che andava già male».
Già in passato Stangoni non aveva lesinato critiche all’operato sia di Farabollini che dello stesso governo (qui l’articolo), critiche a cui poi si accodarono anche altri sindaci del Piceno e il presidente della Provincia Fabiani. Ora sono arrivate le dimissioni di Conte e si è aperta ufficialmente la crisi. Magari per alcuni politici e per altrettanti elettori il fatto di “giocare” al toto-voto, a paventare scenari e controscenari potrebbe risultare anche divertente. Ma qui nel cratere, su questo ci si può scommettere, nessuno si diverte. Soprattutto dopo tre anni, (potenziali) quattro governi-commissari e in mezzo a una ricostruzione che latita.
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