di Stefania Mistichelli
Nuove povertà richiedono nuovi interventi e soluzioni che diano risposte complete e durevoli. Questo il presupposto da cui la Onlus di San Benedetto del Tronto “Santa Teresa D’Avila” è partita nell’ideare il progetto “Aggiungi un posto… anche per me!”, realizzato insieme alla Fondazione Carisap e in partnership con vari soggetti, tra cui la Diocesi di San Benedetto, i comuni di San Benedetto e Monteprandone e la fondazione Maria Rosa Novelli e Carlo Sgariglia.
«Il progetto nasce in risposta a nuovi bisogni che la Caritas diocesana ha evidenziato -spiega don Gianni Croci– e in particolare quelli dei padri separati a basso reddito, dei giovani senza fissa dimora e delle donne vittime della tratta. Una risposta immediata è quella che diamo attraverso un’opera segno, cioè un luogo fisico dove accogliere chi ha bisogno di un alloggio nel medio lungo periodo, ma non è l’unica. Infatti l’obiettivo del progetto è quello di accogliere e contemporaneamente accompagnare verso l’autonomia chi si rivolge a noi, attraverso l’utilizzo di personale specializzato. Con il progetto, dunque, non si vogliono creare dormitori, ma stimolare la nascita di una comunità educante dove tutti lavorino per la costruzione della dignità delle persone, contro la dilagante mentalità razzista e xenofoba che sta contagiando la società».
Entrando nel dettaglio, grazie a questo progetto la Caritas della Diocesi di San Benedetto ha già preso in carico 11 donne e 4 giovani in difficoltà, mentre grazie alla collaborazione della fondazione Novelli Sgariglia a settembre nascerà a Monteprandone un’altra struttura in grado di ospitare dieci papà separati. «Si tratta della prima uscita delle fondazione -spiega Rinoleina Neroni– nata dalla volontà testamentaria di Maria Rosa Novelli. L’edificio che stiamo ristrutturando è molto bello, spero diventi un vero e proprio nucleo dell’accoglienza, si trova vicino alla parrocchia Regina Pacis, di fronte al centro Pacetti». Una struttura che diventerà una risorsa per il comune di Monteprandone e di tutto il comprensorio. «Sono quasi imbarazzato per la gratitudine che provo per i soggetti che hanno promosso questo progetto -afferma il sindaco Stefano Stracci– che bene si sposa con la mission propria delle amministrazioni locali: alleviare il disagio. Il valore di questa iniziativa sta anche nel fatto che non si limita a rispondere ad un bisogno, ma lo interpreta, offrendo a chi è in difficoltà un sostegno a 360 gradi».
Ai fini dell’attuazione del progetto, saranno promosse iniziative di sensibilizzazione e di animazione pedagogica rivolte a tutta la comunità e corsi di orientamento e formazione rivolti ad operatori sociali, oltre alla presa in carica (dall’accoglienza al supporto psicologico e legale all’inserimento lavorativa) dei soggetti coinvolti.
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