di Pietro Frenquellucci
Ripetutamente applaudito da una folla composita di simpatizzanti – giovani, anziani, professionisti, di ogni età e provenienza, uno spaccato a 360 gradi della società del territorio – il candidato premier ha ripetuto ad Ascoli i temi della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle illustrati anche durante gli incontri avuti in precedenza nel Fermano e nel Maceratese (a partire dall’incontro con Enrico Bracalente, alias Nero Giardini) e ribaditi anche ai microfoni prima di entrare in sala
«Siete bellissimi e grazie per aver scelto di dedicare una parte del vostro tempo a questo incontro»ha esordito Di Maio ricordando i problemi del lavoro del Piceno – evidenziati in precedenza dalla parlamentare Donatella Agostinelli, presente all’incontro insieme ai colleghi Andrea Cecconi e Patrizia Terzoni introdotti da Andrea Quattrini – per poi affrontare i problemi che affliggono il Paese e gli obiettivi strategici del programma elettorale dei Cinquestelle. Così Di Maio ha parlato diffusamente del problema del sostegno alle imprese, dei vincoli posti dalla burocrazia, della mancanza di lavoro e della errata rappresentazione che ne viene fatta quando si parla di nuova occupazione, del taglio ai costi della politica e più in genere della Spending Review, della semplificazione.
Il candidato premier ha anche affrontato il tema dell’immigrazione, un tasto molto delicato in un territorio come il Piceno in cui si sono registrate al riguardo forti tensioni sociali. «E’ fuori controllo – ha detto Di Maio – perché non la si vuole gestire. Si tratta di un affare da 5 miliardi l’anno che, in un giro vizioso, finisce per avvantaggiare le forze politiche tradizionali».
Di Maio ha toccato anche un aspetto raramente sviluppato della politica, quello della sensibilità e dell’attenzione alle persone. «Quando si fa una riforma delle pensioni – ha detto il leader pentastellato – bisogna porsi il problema di che fine faranno le persone che verranno coinvolte; oppure cosa succede quando si fa una riforma del lavoro. Ecco – ha sottolineato Di Maio – essere competenti vuole dire mettere il cuore nell’amministrazione della cosa pubblica e fare la scelta giusta. D’altro canto se i competenti sono coloro che hanno distrutto Roma e oggi ci criticano, allora siamo al paradosso». Ancora applausi per il candidato premier quando ha sottolineato: «I programmi politici sono tutti belli, avete mai sentito illustrare programmi brutti? L’importante è la credibilità di chi li propone». E su questo tema, Di Maio ritiene indispensabile mettere fine al cambio di schieramento da parte dei parlamentari eletti. «E’ necessario scongiurare il fenomeno dei cambi di casacca che ha raggiunto livelli intollerabili – ha detto il candidato premier -. Per il Movimento 5 Stelle chi vuole cambiare lo potrà naturalmente fare, ma prima si dimette e poi si fa rieleggere nel nuovo schieramento». E dalla platea ancora una pioggia di applausi. Prima dei saluti c’è stato il tempo per un accenno alla legge elettorale (“l’hanno voluta gli altri partiti per non far vincere nessuno e noi non l’abbiamo votata”), all’indicazione dei nomi di personaggi della società che hanno condiviso la sfida dei 5 Stelle (i giornalisti Luigi Paragone ed Emilio Carelli, il capitano Gregorio De Falco divenuto famoso per gli accesi botta e risposta al telefono con il comandante Schettino durante il naufragio della Costa Concordia) e per la conferma che il Movimento indicherà prima del giorno del voto (il 4 marzo prossimo) i componenti del futuro governo: «Saranno personalità di altissimo livello – ha concluso Di Maio – tutte persone che sono patrimonio del Paese e non solo dei Cinquestelle”.
Nel corso dell’incontro c’è stato tempo anche per parlare del problema terremoto. Prima dell’intervento di Di Maio, lo aveva fatto la parlamentare Patrizia Terzoni: «Le cose non vanno bene – aveva detto -. Il problema è l’inadeguatezza del presidente della Regione Luca Ceriscioli come sub commissario. Per due volte abbiamo chiesto un cambiamento. Vogliamo un controllo più forte del governo sull’operato della Regione Marche e se dovessero emergere delle inadeguatezze chiederemo l’invio di qualcuno da Roma che gestisca la ricostruzione».
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” Anche La Scorta della DIGOS, Si è Uniformato Agli Altri Politici……….!!!!!!! “
Emanuele Conti