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Pas, nuova grande casa per i bisognosi
Servizi nel segno della solidarietà
C’è anche la nuova mensa Zarepta
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ASCOLI - Stamane taglio del nastro del polo di viale De Gasperi. Il vescovo D'Ercole: «Questa è la bellezza del fare del bene». Presenti anche rappresentanti di altre religioni, a testimonianza dell'abbattimento di ogni steccato. Progetto da un milione di euro, decisivo l'intervento della Fondazione Carisap con 600.000 euro. Il sindaco Fioravanti: «Svolta epocale per la città»
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Il taglio del nastro del Pas da parte del vescovo D’Ercole. Con lui il sindaco Fioravanti, il presidente della Fondazione Carisap Galeati e la vice presidente della Regione Casini

di Franco De Marco

(fotoservizio di Andrea Vagnoni)

Ascoli capitale regionale e nazionale della solidarietà. Questa mattina è stato tagliato il nastro del Pas (Polo accoglienza e solidarietà) in viale De Gasperi 1 accanto all’ex seminario. Si tratta di una struttura di 500 metri quadrati, concessa in comodato gratuito per 30 anni dalla Diocesi (Ente Seminario), ristrutturata e animata grazie a 600.000 euro messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e al lavoro di 16 associazioni di volontariato che coinvolgono un esercito del bene formato da almeno 500 persone. Costo complessivo del progetto, 1 milione di euro.

Tante persone accorse al taglio del nastro

Il Pas (realizzato dall’omonima associazione presieduta da Pino Felicetti) è il luogo non solo materiale ma dell’anima della città che accoglie e aiuta chi ha bisogno e chi si trova in difficoltà. Un progetto innovativo soprattutto nella concezione. Non è facile mettere insieme 16 associazioni di volontariato pur mantenendo l’identità di ognuna. Ma dall’unione nascono le idee e la forza. E’ la stessa filosofia che ha ispirato la nascita della Bottega del Terzo Settore. Merito dunque alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, prima col presidente Vincenzo Marini Marini ora con il presidente Angelo Davide Galeati, che ha fortemente inseguito questi progetti con visione illuminata del futuro.

La cucina

Quali sono i servizi offerti dal Pas? Prima di tutto la nuova mesa Zarepta – servizio già ben consolidato ma che ora migliora notevolmente – che entra in funzione da domani domenica con un pranzo per tutti, nella “Giornata mondiale dei poveri”. E’ stata chiusa la vecchia sede di via Lungotronto Emidio Bartolomei terremotata e non più adeguata. La nuova mensa, gestita dall’associazione Zarepta presieduta da Corrado Bruni, è dotata di una sala da pranzo polifunzionale (quando non impegnata può essere utilizzata per incontri e formazione), cucina tecnologicamente molto avanzata, magazzino e servizi vari. Una novità per i fruitori sarà il self service. Al primo piano dell’edificio, inoltre, funzioneranno un diurno per accogliere chi durante il giorno ha bisogno di una doccia, di lavare gli abiti o comunque di provvedere all’igiene personale, e il front office del Centro Accoglienza Vita. Al piano superiore, invece, funzionerà il centro d’ascolto polivalente della Caritas (che lascerà la sede di Casa Regina Apostolorum), un ufficio di coworking, un ambulatorio dentistico (due poltrone) e un ambulatorio medico. Per questi ultimi si prevede l’avvio entro aprile 2020. La struttura può anche usufruire di due corti esterne preziose nella bella stagione.

Al taglio del nastro, questa mattina, hanno presenziato circa 300 persone, autorità religiose, autorità civili e volontari. Una grande festa. E tutti con la consapevolezza che si trattava di un momento davvero significativo per la città. «Se la Bottega del Terzo Settore è la fucina delle idee – dice il vescovo Giovanni D’Ercole – il Pas è il luogo di tutti dove si lavora insieme al servizio di chi ha bisogno. Non è un luogo per emarginati. E’ la casa di tutti. Non è il frutto ma il seme. Questa è la bellezza di fare del bene. In uno dei luoghi più belli della città. I poveri sono la ricchezza della Chiesa. Poco fa ho partecipato all’inaugurazione del nuovo polo logistico (CeDi, ndr) del Gruppo Gabrielli con investimento di 23 milioni. Se quello è un polo commerciale, il Pas è il polo della solidarietà umana. Ci sono i bisogni materiali e quelli umani. Il Pas dà accoglienza a tutti».

Molto significativa la presenza, alla cerimonia, di rappresentanti di tutte le religioni come l’Iman di Teramo Mustafa Batzami, il pastore Amado Luis Giuliani della Chiesa Battista, il pastore Cosimo Angelo Bleve della Chiesa Evangelica, padre Claudio Costache della Chiesa Ortodossa. Una cerimonia interreligiosa nel segno esclusivo del bene comune. Da Milano frate Mauro, dei Cappucccini, ha portato al Pas una montagna di pane. Pane simbolo massimo di solidarietà e condivisione. Ugualmente aveva fatto durante il terremoto di Arquata.
Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Galeati, sottolinea: «La genesi di questo progetto, dentro la Bottega del Terzo Settore, mi riempie d’orgoglio. Ringrazio Giuseppe Felicetti che ha saputo creare l’amalgama tra le tante associazioni del volontariato. Lavorare nello stesso ambiente consente di massimizzare l’effetto dell’azione. Il Pas è il primo esempio di coprogettazione riuscita, la ritengo essenziale in tutti i campi».

Il sindaco Marco Fioravanti coglie l’occasione per auspicare addirittura una svolta sociale della città.  «E’ una giornata epocale – afferma – per la nostra città. Si comincia a ragionare tutti insieme per la moltiplicazione del bene. Dobbiamo fare tutti mea culpa e non limitarci a guardare e basta e a non avere pregiudizi verso l’altro. Con il Pas mi auguro che nasca un nuovo  modello di città dove tutti contribuiscano alla crescita». Anche il vice presidente della Regione Anna Casini ha avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa.

Per Felicetti, presidente dell’associazione Pas, vero deus ex machina del progetto, che ha saputo cucire tante sensibilità, è un sogno che si avvera. «Sì, per me è un sogno – dice – ci sono stati anche momenti in cui sembrava che il progetto non potesse essere realizzato (difficoltà nel reperire la struttura, ndr). Questo è il crocevia tra Bottega del Terzo Settore, pubblico e privato. Oggi non si inaugura solo un edificio per i poveri quanto piuttosto un’icona  dell’accoglienza della nostra terra. E’ un’operazione proiettata nel futuro. Un luogo e non un semplice spazio in cui il di più è rappresentato dal gioco dei rapporti di quanti, laici e non laici, si metteranno in gioco per costruire frammenti di unità e fraternità per un mondo più equo e più solidale». Cosa manca a questo punto per migliorare ancora l’aiuto ai bisognosi e ai fragili? «Il lavoro. Tanti vengono a chiederlo. Abbiamo in atto esperienze positive. Speriamo di poter fare di più».
Con l’entrata in servizio del Pas più semplicemente si potrebbe dire che da oggi la città, in viale De Gasperi 1, ha trovato un altro suo simbolo: quello dello solidarietà verso chi ha bisogno. La promozione in materia di bene comune. Ma, come sottolinea ancora Felicetti, «il Pas è una tappa non un traguardo». Nelle Marche, comunque, e nemmeno in tutta Italia, esiste un luogo dove l’accoglienza e l’assistenza dei poveri sono così concepite.

Casini


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