di Sandro Renzi
Dal 1974 ad oggi sono 750 le persone scomparse e non ancora rintracciate nelle Marche. E’ come se un piccolo paese, ad esempio Montelparo, fosse letteralmente svanito nel nulla in quarantacinque anni. I dati sono stati elaborati dal Commissario straordinario per le persone scomparse, Giuliana Perrotta, e resi noti dal Viminale. Sono aggiornati al 30 giugno 2019 e confermano una tendenza ormai consolidatasi negli ultimi anni. Il fenomeno non è assolutamente recessivo. Anzi. Le denunce di scomparsa sono lievitate proprio negli ultimi cinque anni passando da 149.036 a 229.687 (dicembre 2018). A triplicare è stato il numero dei minori spariti. Dato che lo studio mette in relazione all’arrivo massiccio di migranti. Non è un caso allora che nel 2018 a fronte di 18.093 denunce di scomparsa in Italia, ben 10.091 abbiano riguardato gli stranieri e 10.685 i minori. Spariscono di più i maschi (12.544) contro 5.549 femmine.
Grazie alle nuove tecniche di indagine, è stato possibile rintracciare 171.974 persone dal ’74 ad oggi. Ma all’appello ne mancano ancora 57.713. Nel 2007, anno in cui è stato istituto il Commissario straordinario, le percentuali di ritrovamenti erano intorno al 68,5%, negli anni successivi sono aumentate fino al 79,2% del 2015, per attestarsi intorno al 75% circa negli anni successivi. Solo nell’ultimo semestre sono scomparse 6.761 persone nel nostro Paese. Il 54% sono minori. Il 44% appartiene ad altre nazionalità. Numeri che possono avere anche differenti chiavi di lettura. Tornando all’ultimo semestre i dati raccontano che all’appello mancano ancora 2.473 persone e che 4.288 soggetti sono state ritrovati. Di questi 82 risultavano deceduti. Ancora una volta l’allontanamento volontario è la causa più frequente (75,9%), seguita dall’allontanamento da un istituto o comunità (6,2%), disturbi psicologici (6,2%), sottrazione da coniuge (0,8%), vittime di reato (0,4%), non determinata (11,4%).
Le regioni dove nel corso degli anni il fenomeno ha assunto maggiore consistenza sono la Sicilia (14.350), la Lombardia (4.306), il Lazio (4.236), la Calabria (3.650) e la Puglia (3.326). “Per questo, si è ritenuto necessario avviare un processo di informatizzazione dei flussi informativi provenienti dalle Prefetture, con la creazione di una apposita piattaforma che consenta di incrociare le informazioni relative alle scomparse, come previsto dalla legge n.203/2012, con quelle relative ai corpi senza identità, allo scopo di favorirne le identificazioni” si legge nel rapporto. E’ di un paio di mesi fa, peraltro. l’ultima novità in materia, ovvero l’istituzione della Consulta Nazionale per le Persone Scomparse. Presieduta dal Commissario, la Consulta è composta dai rappresentanti delle Associazioni nazionali dei familiari delle persone scomparse e dalle componenti istituzionali e del volontariato interessate al fenomeno “ed ha il compito di assicurare un confronto permanente e continuo sulla tematica” in questione. Accanto alla quale si colloca un altro aspetto. Esiste infine un censimento dei cadaveri non ancora identificati. Nelle Marche sono 23 di cui 10 recuperati in mare negli ultimi 45 anni. Elevato se messo a confronto con regioni come il Molise (1), Basilicata (2) l’Abruzzo (8), l’Umbria (8) o il Friuli (12).
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