Finalmente, a breve, dovrebbe arrivare il tanto atteso riconoscimento del Consorzio di tutela dell’Oliva Ascolana del Piceno Dop. La svolta è avvenuta con il decreto (DM 4739 del 23.01.2018) del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina il quale ha riconosciuto anche agli allevatori un ruolo fondamentale per affermare la specificità della Dop: non un semplice prodotto ortofrutticolo trasformato ma un’eccellenza valorizzata dal ripieno della carne sia in termini quantitativi sia qualitativi. Ora anche gli allevatori, insieme ad agricoltori, deamarizzatori e farcitori, possono far parte del Consorzio come auspicato dallo stesso Ministero.
La notizia del decreto è stata data oggi dalla Giunta regionale. «Un risultato importante per le Marche – ha commentato – che rappresenta un ulteriore passo in avanti del percorso condiviso dalla Regione con il Ministero e l’Abruzzo per giungere, in tempi brevi, al riconoscimento del nuovo Consorzio di tutela». «Quattro anni fa il precedente organismo – ha ricordato la Regione – ha perso i requisiti per mantenere l’autorizzazione ministeriale di tutela della Dop. Il 16 novembre scorso la Regione ha organizzato ad Ascoli una riunione per superare i problemi e assumere nuovi impegni. L’obiettivo comune è quello di arrivare, prima possibile, alla legittimazione del Consorzio a beneficio dell’intero territorio di produzione che si estende dalla provincia di Fermo a quella di Teramo». Se la Regione, in particolare con il vice presidente Anna Casini, esterna soddisfazione, altrettanto fanno i componenti del Consorzio, presieduto da Primo Valenti, ricostituito dopo vicende molto agitate ed in attesa del riconoscimento. Ora dovrà essere approvata la modifica dello statuto, appunto con l’inserimento anche degli allevatori (nell’ambito del 33% riservato al settore degli agricoltori), e si dovrà procedere all’elezione di un nuovo Consiglio direttivo. Si prevedono tempi stretti superando, formalmente, una fase transitoria. Al momento, infatti, esiste sì un Consorzio di tutela che sovraintende a tutta la produzione Dop ma senza il riconoscimento del Ministero, riconoscimento però richiesto subito dopo la ricostituzione dell’organismo.
Il decreto del ministro costituisce dunque una legittimazione, da parte del Ministero, della Dop. Quanto ciò può pesare sulla possibile richiesta di Confindustria di affiancare alla Dop anche un riconoscimento Igp? Le correnti di pensiero sono variegate. C’è chi sostiene che il Consorzio di tutela, una volta riconosciuto, di fatto sbarra definitivamente la strada all’Igp. C’è chi invece sostiene che, sì, la Dop viene rafforzata, costituendo un’eccellenza massima, ma proprio per questo si può aprire la strada per affiancare ad essa anche il marchio Igp per un prodotto sempre di qualità, legato al territorio, ma con meno vincoli, in grado di competere con maggiori quantitativi e maggiori introiti economici.
Confindustria, dopo la convention dove, appunto, è stato auspicato il rafforzamento della Dop ma con l’affiancamento dell’Igp, potrebbe decidere di presentare formalmente la richiesta per il secondo marchio. I produttori di olive Dop sono controllati periodicamente dagli organismi dell’Assam che garantiscono che si tratta di oliva tenera ascolana, che le carni sono macellate fresche negli 88 Comuni del disciplinare e che tutti gli altri ingredienti sono tracciati.
f.d.m.
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