di Franco De Marco
(fotoservizio di Andrea Vagnoni)
Con il baritono Vittorio Vitelli nell’insolita veste di bravo presentatore (non senza commozione però), oltre che di deus ex machina dell’evento, nel Teatro dei Filarmonici è stato assegnato al basso romagnolo Mirco Palazzi il “Premio Carlo Cava” voluto dal Comune di Ascoli, su iniziativa dello stesso Vitelli e del Coro Ventidio Basso, per ricordare la figura del grande artista ascolano scomparso a 90 anni l’anno scorso.
Nella motivazione, formulata dalla giuria e letta dall’assessore comunale alla cultura Donatella Ferretti, si afferma: “Mirco Palazzi, nel corso della sua carriera nei più importanti teatri del mondo, si è particolarmente distinto per la straordinaria duttilità nel passare da ruoli brillanti e belcantistici, come quelli rossiniani, a quelli più drammatici e specificatamente verdiani. Mirco Palazzi, nonostante la giovane età, si caratterizza come figura di basso moderno che sa unire tradizione e innovazione con una linea di canto prettamente all’italiana sempre caratterizzata nello stesso tempo da nobiltà, morbidezza, corposità e forte personalità allargando così i confini di interpretazioni classiche e sovente enfatiche”.
Un premio, consistente in un bellissimo altorilievo in gesso alabastrino patinato realizzato dallo scultore ascolano Ado Brandimarte, più che meritato. Cava avrebbe certamente anche lui fatto i complimenti a questo cantante dotato di notevoli mezzi vocali, stile e straordinaria espressività. Palazzi ha ringraziato sentitamente e nell’eseguire alcune arie ha incantato il pubblico. Non per nulla è oggi riconosciuto come basso di altissimo rilievo richiesto dai maggiori teatri. La bella serata nel Teatro dei Filarmonici si è aperta con il saluto del sindaco Marco Fioravanti il quale si è impegnato per dare continuità al Premio. «Voce rara quello di Carlo Cava. Un grande ascolano», ha detto invece Donatella Ferretti. Si sono esibiti anche il soprano Iano Tamar e il Coro Ventidio Basso diretto dal maestro Giovanni Farina accompagnati al pianoforte da Cesare Catani.
Cava è stato ricordato sia sul piano artistico sia su quello umano e più intimo con una serie di interventi. Quando le luci si sono spente per ascoltare alcune sue registrazioni d’epoca, il pubblico ha ascoltato in religioso silenzio esplodendo poi in un grande affettuoso applauso. Vitelli, seduto sulla scaletta che dalla platea porta sul palcoscenico, occhio di bue su di lui, ha ricordato con parole commoventi il rapporto con il grande basso ascolano al quale è stato legato da profonda amicizia per quasi 25 anni. Cava seguiva la sua carriera e gli dava anche utili suggerimenti. «Una volta mi disse – ha rivelato il baritono ascolano – se avevo timore del palcoscenico. Io gli dissi di no. ma ero giovane. Poi però, più avanti, durante un Rigoletto, mi sono accorto che aveva ragione e che per un cantante non basta la voce. Ma non glielo dissi».
Cava, compagnone e amante della buona cucina, è stato invece raccontato dall’ex assessore comunale Gianfranco Silvestri con qualche simpatico aneddoto. Erano 15 amici, tra i quali appunto Silvestri, che praticamente hanno “visitato” tutti i migliori ristoranti possibili. Un rituale al quale Cava si sottoponeva con molta dedizione. «Carlo era un gran mangiatore. – ha detto Silvestri – Una volta, in gara con un altro commensale, riuscì a mangiare ben 76 ostriche». L’ex assessore ha anche proposto di intitolare al basso ascolano una via o una piazza come avvenuto per altri cantanti lirici locali.
Commozione quando Vitelli ha dato la parola a Santina D’Amato, soprano, coetanea e cara di Cava. I due si erano conosciuti, giovanissimi, al concorso lirico di Spoleto. Poi si sono persi di vista presi dalle rispettive carriere ma si sono ritrovati negli ultimi anni. Alla soprano il pittore Dante Fazzini ha donato l’originale del ritratto giovanile di Cava che è stato utilizzato per la locandina della manifestazione. Al termine caloroso applausi per tutti, brindisi nel foyer del Filarmonici e appuntamento al 2020. Questo premio può rappresentare l’occasione non solo per ricordare la figura di Cava ma per un interessante viaggio nella lirica di ieri e di oggi.
LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI
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