di Andrea Ferretti
Ambulanti sul piede di guerra. Giornata di protesta – non è la prima, ma soprattutto non sarà l’ultima – dei commercianti delle bancarelle che ogni mercoledì e sabato mattina affollano Piazza Arringo. La decisione di spostarle in altre zone del centro non va giù, e loro non lo mandano a dire. Oggi si sono radunati e i loro furgoni sono rimasti chiusi, con la merce stipata all’interno, in attesa di un confronto con l’Amministrazione comunale.
Confronto che peraltro c’è già stato, ma che non ha affatto evidentemente soddisfatto i “bancarellari”. Che hanno esposto alcuni cartelli attaccandoli sui propri furgoni mentre la situazione è stata tenuta sotto controllo (non ce n’era bisogno) dai vigili urbani. Alla fine è maturata la decisione di mettere su una vera e propria protesta per mercoledì prossimo.
«Oggi del resto non avrebbe avuto senso, chissà il sindaco dov’è, e poi gli uffici comunali sono anche chiusi, per cui ci siamo organizzati per la prossima settimana» dicono alcuni degli ambulanti i quali – anche questo non lo mandano a dire – si sentono «presi in giro dal Comune che ha organizzato un incontro con noi un lunedì mattina, quando si sa che nella prima parte della giornata siamo tutti impegnati nei mercati, cioè lavoriamo. Si poteva fare di pomeriggio, sarebbe stato molto meglio e soprattutto più corretto nei nostri confronti». Per diversi ambulanti oltre al danno, la beffa. Quelli più giovani, infatti, saranno penalizzati doppiamente perchè per la scelta degli spazi la precedenza ce l’hanno i cosiddetti veterani. Ma la decisione di questo “spezzatino” è presa.
A questo punto una riflessione è d’obbligo. Che è poi quella che stanno facendo in tanti, diretti interessati e normali cittadini: sarebbe accaduta la stessa cosa se tra qualche mese si fosse tornati alle urne. Risposta: probabilmente sì. Perchè? Perchè la maggior parte dei commercianti non è residente nel Comune di Ascoli e, quindi, vota altrove.
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