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Ascoli capitale italiana della cultura
Il sindaco Fioravanti ritira la candidatura:
«La ripresenteremo nel 2022»

ASCOLI - Il primo cittadino solleciterà l’intervento di Regione e Anci Marche per il supporto della candidatura per il 2022. Patrizia Petracci (presidente commissione Cultura): «Scelta condivisibile, ora mettiamoci al lavoro». Francesco Ameli (Pd): «E' la dimostrazione di un'Amministrazione buona solo per spot sui giornali»
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Il sindaco Marco Fioravanti in Piazza del Popolo risponde alle domande di una giornalista

“Ascoli Capitale italiana della Cultura”. Il Comune invia la domanda per partecipare al bando aperto il 18 novembre scorso del Ministero della Cultura. Poi, però, una volta pubblicata la lista delle 44 città concorrenti, tra cui Ancona e Fano, ecco che il sindaco Marco Fioravanti, a sorpresa, annuncia il passo indietro del capoluogo piceno. «Siamo stati i primi nelle Marche a proporre la candidatura – spiega il sindaco – ma la ritireremo. Questo perché, convinti di avere i requisiti artistici, culturali, gastronomici, auspicavamo nel sostegno di tutte le Marche. Cosa che non si è verificata viste le candidature di Fano e Ancona, che prese singolarmente sono evidentemente candidature deboli. A questo punto non trasmetteremo il dossier al Ministero e ritireremo la candidatura. Nel contempo però – conclude Fioravanti – chiederemo alla Regione Marche e all’Anci Marche di sostenere come unica candidatura Ascoli Capitale della Cultura per l’anno 2022». Dunque, un repentino ripensamento quello di Fioravanti. Che sorprende, non solo per la decisione, ma anche per la mancata informazione che c’è stata intorno alla candidatura. In pochi, infatti, sapevano della domanda presentata.

La presidente della commissione Cultura, Patrizia Petracci

Commenta Patrizia Petracci (Lega), presidente della commissione Cultura: «Non sapevo di questa candidatura. Credo comunque che rinunciare ad andare avanti sia una scelta condivisibile, perché ritengo che al momento di presentare una candidatura debba esistere almeno un tavolo operativo di amministratori locali, imprenditori e associazioni. Ora pianifichiamo un’azione sinergica, da qui al 2022, affinché Ascoli possa presentare sul tavolo del Ministero un piatto culturale ricco e rispondente alle clausole previste dal bando. E quando parlo di offerta culturale ricca – puntualizza la Petracci -intendo la nostra rete museale diffusa, tra le più grandi d’Italia, con pinacoteca, museo archeologico, museo diocesano, museo dell’alto medioevo e galleria d’arte contemporanea, oltre agli auditorium “Silvano Montevecchi” ed “Emidio Neroni” della Fondazione Carisap. Ma non solo, non dimentichiamo che abbiamo da offrire tre tra le più affascinanti piazze italiane, da Piazza del Popolo a Piazza Arringo fino a Piazza Ventidio Basso, ed alcune tra le chiese romaniche più belle. E, poi, possiamo mettere sul piatto anche due teatri antichi, come il Ventidio Basso e il Filarmonici. Quante altre città italiane possono permettersi tanto? A questo punto – conclude la Petracci – cominciamo a lavorare su questo, anche in sinergia con le associazioni culturali cittadine e gli imprenditori del posto. Per non fallire l’appuntamento col 2022».

Francesco Ameli del Pd

Ma se la Petracci si trova d’accordo con la decisione presa dal sindaco Fioravanti, il capogruppo del Pd, Francesco Ameli, attacca duramente l’amministrazione comunale. «Ascoli rinuncia alla cultura – scrive sul suo profilo facebook – Dopo averla presentata, il Comune, infatti, ha ritirato la candidatura a capitale italiana della cultura. L’ennesima dimostrazione di incapacità di un’amministrazione che purtroppo non è in grado di fare cartello con le altre realtà regionali, e purtroppo l’ennesima dimostrazione di un’amministrazione buona solo per spot sui giornali. Presentare la candidatura – sottolinea Ameli – avrebbe voluto dire dare una speranza alla città, una speranza di sognare anziché alimentare i pozzi della discussione con odio e rancore. A questo punto sorge una domanda: perché presentarla se è stata ritirata il giorno stesso della pubblicazione sul sito del Mibact? Misteri “culturali”. Peccato, un’altra occasione persa. A questo punto – chiosa Ameli – non ci resta che sperare nella benevolenza del Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali, ndr) per un eventuale riconoscimento nel capoluogo Piceno della sede per la Soprintendenza Marche Sud».

Una veduta di Ascoli

Ecco le città candidate Regione per Regione: in Abruzzo l’Aquila; in Basilicata Venosa; per la Calabria Tropea. Per la Campania , Capaccio Paestum, Castellammare di Stabia, Giffoni Valle Piana, Padula, Procida, Teggiano. Per l’Emilia Romagna Ferrara, l’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, l’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese. E ancora, in Friuli Venezia Giulia Pordenone, in Lazio Arpino e Cerveteri, in Liguria Genova e in Lombardia Vigevano. Nelle Marche Ancona, Ascoli Piceno, Fano; in Molise Isernia; mentre in Piemonte si candida Verbania. Candidate in Puglia Bari, Barletta, Molfetta, San Severo, Taranto, Trani, l’Unione Comuni Grecia Salentina. In Toscana Arezzo, Livorno, Pisa, Volterra. In Sardegna Carbonia e San Sperate. In Sicilia Catania, Modica, Palma di Montechiaro, Scicli e Trapani; infine in Veneto in lizza Belluno, Feltre, Pieve di Soligo, Verona

ad.ce.

 

 


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